News F1 – La pausa estiva della Formula 1 è tradizionalmente un momento di bilanci e riflessioni. E mentre team e piloti ricaricano le energie, uno dei temi più discussi della prima metà di stagione rimane prepotentemente attuale: la gestione delle gare sul bagnato. L’episodio chiave è stato senza dubbio il Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps che, sebbene disputato diverse settimane fa, ha lasciato un’eredità di polemiche e interrogativi sul futuro delle corse sotto la pioggia.
Spa 2025: Una Lunga Attesa e la Rabbia dei Piloti
Il fulcro del dibattito è stata l’interruzione della gara per un’ora e venti a causa della pioggia battente. Al momento della ripartenza, avvenuta dietro Safety Car, la pista si stava già asciugando in diversi punti, scatenando la frustrazione di molti. A sentirsi più penalizzati sono stati i team e i piloti che avevano scommesso su un assetto da bagnato. Anche altri, come Hamilton e Antonelli, si sono trovati svantaggiati da una decisione che molti addetti ai lavori hanno ritenuto eccessivamente conservativa.
Il problema, come sottolineato da più parti, non era la mancanza di aderenza, ma la quasi totale assenza di visibilità. L’enorme spruzzo d’acqua sollevato dalle monoposto attuali, combinato con la conformazione di un tracciato ad alta velocità come Spa, rendeva impossibile per i piloti vedere a pochi metri di distanza.

La Voce dei Piloti: Dalle Gomme all’Asfalto, le Cause del Problema
Nel paddock si sono levate diverse voci, ma quella di Fernando Alonso, forte della sua immensa esperienza, ha offerto un’analisi particolarmente lucida. Già nel corso del weekend del successivo GP d’Ungheria, lo spagnolo aveva puntato il dito contro due fattori chiave: le gomme introdotte nel 2017 e la tipologia di asfalto di molti circuiti.
“Penso che le gomme, quelle larghe, abbiano sicuramente peggiorato la visibilità”, ha affermato Alonso. “E probabilmente l’asfalto dei circuiti è diverso dal passato. A Sepang abbiamo corso con molta acqua ed è sempre andata bene”. Secondo il pilota, i nuovi asfalti, molto aderenti sull’asciutto, si trasformano in veri e propri specchi sul bagnato, amplificando il problema.
Anche il connazionale Carlos Sainz ha condiviso la necessità di innovare. “Ho sempre pensato che la Formula 1 dovrebbe, se possibile, provare qualcosa di diverso. Esistono tipi di asfalto che se fossero messi su un rettilineo non ci sarebbero spruzzi, ma i circuiti non li hanno”, ha dichiarato, pur comprendendo l’approccio cauto della FIA, data la triste storia di incidenti a Spa.
La Soluzione nell’Asfalto? Un’Innovazione Complessa e Costosa
La proposta di utilizzare asfalti speciali, simili a quelli impiegati su alcune autostrade per ridurre gli spruzzi, è affascinante ma tutt’altro che semplice. Queste superfici, note come Open-Graded Friction Course (OGFC), hanno una struttura più porosa che permette all’acqua di drenare verso il basso e lateralmente.
Tuttavia, questa soluzione presenta notevoli controindicazioni per un circuito di F1. Innanzitutto, è più costosa e potenzialmente meno durevole. Ma l’impatto principale sarebbe sulle prestazioni delle gomme da asciutto. Un asfalto così aperto e abrasivo aumenterebbe drasticamente il degrado degli pneumatici, stravolgendo le strategie di gara. Inoltre, circuiti come il Bahrain dimostrano un’altra vulnerabilità di queste superfici: sabbia e detriti possono ostruire i pori, riducendone l’efficacia nel tempo.
Un Equilibrio tra Spettacolo e Sicurezza ancora da Trovare
Il dilemma della pioggia in Formula 1 è quindi un complesso intreccio di fattori:
- Pneumatici: Le attuali gomme full wet sollevano una quantità d’acqua enorme, rendendo il loro utilizzo controproducente proprio quando servirebbero di più.
- Aerodinamica: Le vetture a effetto suolo generano un’enorme scia d’acqua nebulizzata che azzera la visibilità posteriore.
- Sicurezza: La FIA, memore dei tragici incidenti del passato, adotta giustamente un approccio che privilegia la sicurezza, anche a costo di scontentare i fan.
La questione sollevata con forza dopo il Gran Premio del Belgio 2025 non può essere ignorata. Piuttosto che limitarsi a ritardare le partenze, la Formula 1 è chiamata a trovare un compromesso innovativo. La pausa estiva offre il momento ideale per approfondire il dialogo tra FIA, piloti e team, alla ricerca di una soluzione che possa garantire la sicurezza senza sacrificare lo spettacolo delle corse sul bagnato.
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