Mick Schumacher ha conquistato meritatamente il titolo di F2 nel weekend del GP di Sakhir, coronando una stagione condotta sapientemente.

Dopo mesi di attesa, finalmente ieri pomeriggio è arrivato il verdetto: Mick Schumacher è campione della F2. Il giovane tedesco, futuro pilota della Haas, ha conquistato il prestigioso titolo nella giornata di ieri, nonostante un deludente diciottesimo posto nell’ultima gara della stagione della categoria cadetta. Al primo giro, dopo la solita ottima partenza, Mick si è reso protagonista di un violento bloccaggio in curva 4, procurandosi un flatspot che gli ha rovinato la gara. Dopo pochi giri, infatti, Schumacher ha iniziato a soffrire le vibrazioni delle sue gomme Pirelli, trovandosi costretto a difendere il podio dagli attacchi degli avversari, tra cui Callum Ilott. Dopo una strenua difesa nei confronti dell’inglese, che nella lotta con Mick ha rovinato i propri pneumatici, il tedesco si è dovuto fermare, abbandonando definitivamente la zona punti. La brutta gara anche di Ilott, terminato decimo, ha tuttavia regalato a Schumacher il meritato titolo di F2.

L’emozionante trionfo del pilota della Prema, scoppiato in lacrime nel giro d’onore, arriva dopo una stagione in cui Mick ha mostrato la sua dote migliore: la costanza. Il tedesco ha infatti conquistato ben dieci podi in ventiquattro gare, un numero elevatissimo considerando la competitività e l’equilibrio della griglia 2020 di F2, nella quale ben dodici piloti diversi hanno conquistato la vittoria. Il secondo pilota con più podi, Yuki Tsunoda, è fermo a quota sette. E’ proprio grazie a questa regolarità che Schumacher è riuscito a conquistare il titolo con solo due vittorie all’attivo, poche se confrontate alle quattro ottenute dal compagno di squadra Robert Shwartzman. La costanza di Mick è inoltre rinforzata dai tanti duelli che lo hanno visto protagonista quest’anno, nei quali si è spesso dimostrato duro ma allo stesso tempo preciso e corretto, con l’unica macchia del contatto con Shwartzman nella Sprint Race del secondo weekend di Silverstone.

Se Schumacher si è dimostrato indubbiamente il miglior pilota della F2 nella visione di gara, scegliendo i momenti più opportuni per attaccare o gestire le sensibili gomme Pirelli, altrettanto non si può dire della sua velocità in qualifica. Mick, esattamente come il campione della F3 2020 Oscar Piastri, ha infatti vinto il campionato senza conquistare neanche una pole position, ottenendo come miglior posizione in griglia il terzo posto. In confronto, i due principali rivali del tedesco, Ilott e Tsunoda, hanno ottenuto rispettivamente cinque e quattro partenze dal palo (su dodici). Le non eccezionali prestazioni in qualifica di Mick sono state però spesso cancellate da fenomenali partenze, che gli hanno permesso di conquistare svariate posizioni al via.

L’esperienza in F2 di Schumacher ha ricalcato in tutto e per tutto quelle vissute anche in F3 Europea e ADAC F4. Dopo un primo anno di apprendistato, concluso sempre a metà classifica, Mick ha cambiato marcia durante la seconda stagione nella stessa categoria, arrivando sempre a competere per il titolo negli anni pari. Nel 2016 il tedesco ha infatti conquistato un doppio secondo posto in ADAC F4 e F4 Italiana, seguito nel 2018 da un sensazionale titolo in F3 Europea e nel 2020 dalla vittoria del campionato F2. Una caratteristica condivisa con il padre, anch’egli campione di F3 Tedesca e del prestigioso Gran Premio di Macao al secondo tentativo.

Adesso, finalmente, il coronamento di un sogno: la F1. Mick Schumacher inizierà il suo percorso in Haas, affiancato da quel Nikita Mazepin già battuto in questo 2020 nella categoria cadetta. Un viaggio senza dubbio in salita, viste le prestazioni poco esaltanti della scuderia americana, ma che si preannuncia emozionante. Con la consapevolezza di non avere più niente da dimostrare agli scettici per convincerli delle sue qualità.

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