INTRODUZIONE ALLA CAPARO T1

Si parla spesso di innovazione dell’aerodinamica su newsf1. Spesso, per altro, lo si fa analizzando la storia delle supercar, osservando i modelli che hanno saputo portare idee nuove nel settore.

Questo capitolo non farà eccezione e, anzi, tratterà l’argomento da un punto di vista privilegiato. Analizzeremo infatti la Caparo T1.

UN PO’ DI STORIA DELLA CAPARO T1.

La macchina è stata sfortunata perchè non capita. Sembrava qualcosa di forse troppo futuristico e il fatto che andava guidata con il casco non poteva aiutare più di tanto.

La macchina è cosi affusolata che i due posti sono strettissimi e probabilmente non vanno bene nemmeno per una classica uscita in giornata. Missione per la quale sono pensate la maggior parte delle auto sportive stradali.

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Immaginate il vento, il rumore, l’assetto rigido. Tutte cose che non potevano sicuramente incentivare il pubblico all’acquisto.

Eppure, in quanto a tecnica, avrebbe dovuto stupire ed essere presa da esempio molto più di quanto è successo.

LE DOTI DELLA CAPARO T1.

La macchina presenta tutti i vantaggi delle supercar di ultima generazione: per intenderci, quelle che qua abbiamo definito le hypercar ibride. Questo sono le auto del futuro, visto che cercano di tenere i vantaggi delle auto derivate dalla serie, con ruote coperte, assorbendo anche tutte le doti delle auto da formula.

Come detto, la scocca deve diventare appuntita e senza bordi frontali bombati o di grandi dimensioni. Inoltre, per equilibrare bene il veicolo, rendendolo estremamente efficace dal punto di vista aerodinamico, l’auto deve assumere la forma di goccia.

Infine, nonostante si mantengano le ruote coperte, si deve eliminare ogni superficie esterna inutile, per evitare l’attrito viscoso con l’aria.

I collegamenti ai precedenti articoli li trovate qua sotto:

LINK AGLI ARTICOLI DI TEORIA AERODINAMICA.

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ASPETTI SALIENTI DELLA CAPARO T1

Che dire: la Caparo aveva tutto.

Partiamo dal corpo affusolato e a goccia, con una superficie esterna ridotta all’osso.

In questo modo, oltre ad un corpo del veicolo particolarmente capace di gestire il flusso delicatamente, la parte di corrente fluida che scorre sotto l’auto trova un enorme tubo di venturi, capace di creare l’effetto suolo maggiore possibile.

Le ruote rimangono coperte e questo perché tale componente genera forti attriti con l’aria che incontra. La rotazione e gli scavi sul battistrada generano una accoppiata distruttiva per il flusso. Meglio mantenere i parafanghi. Del resto torna con ciò che abbiamo dichiarato prima: tenere i vantaggi delle auto a ruote coperte, prendendo anche il buono delle monoposto da formula.

Nonostante ciò si vede come tutta la parte di superficie asportabile non esiste più. Per il flusso significa poche distorsioni, pochi impatti e pochi attriti. L’aerodinamica ringrazia. (E anche il peso: la macchina arriva appena a 450kg circa)

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In fine, bordi affilati. Non c’è un paraurti imponente o grandi radiatori frontali, ma semplici profili sottili.

Rispetto ad una supercar tradizionale, i fanali sono inclinati rispetto al flusso in arrivo e sono inglobati dentro la copertura delle ruote. ottimizzazione degli spazi e efficienza aerodinamica

CONCLUSIONI

Insomma, una vera e propria hypercar ibrida che, già 13 anni fa, fra le prima, sposava assieme l’idea di ruote scoperte e coperte.

Non sarà stata apprezzata per il comfort, ma le carte della performance, la Caparo T1, le aveva tutte.

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