In Formula 1, ogni dettaglio aerodinamico conta, e uno dei più sottovalutati ma fondamentali è il “plank”, ovvero il pattino sotto il fondo della monoposto. Questo componente, apparentemente semplice, è stato protagonista di squalifiche clamorose — inclusa quella recente della Ferrari.
Cos’è il plank e perché è così importante
Il plank è una striscia di materiale composito (non legno, come spesso si crede), dello spessore di 10 mm, posizionata sotto la vettura. La sua funzione è regolamentare: impedire che l’auto viaggi troppo vicina all’asfalto, mantenendo una distanza minima per motivi di sicurezza e prestazioni.
Dopo l’incidente mortale di Ayrton Senna a Imola nel 1994, la FIA ha introdotto il plank per limitare la deportanza eccessiva generata dai fondi piatti, rendendo la guida più prevedibile. Se il plank si consuma oltre il limite (fino a scendere sotto i 9 mm), la vettura viene automaticamente squalificata.
Come funziona e da cosa è composto
Intorno ai fori di misurazione ci sono inserti in titanio, il materiale responsabile delle spettacolari scintille che vediamo in pista. Questo titanio è durevole, ma se consumato oltre misura segnala che la monoposto ha toccato troppo spesso l’asfalto.
Il plank è quindi una spia indiretta di quanto “bassa” gira una vettura. Le squadre cercano il compromesso perfetto: più l’auto è bassa, più è performante… ma si rischia la squalifica.
Il caso Ferrari e il rischio squalifica
Durante una gara di questa stagione, la Ferrari è stata squalificata perché il plank risultava consumato oltre il millimetro consentito. Una violazione tecnica inevitabilmente punita dal regolamento.
La causa può essere un settaggio troppo aggressivo dell’altezza da terra, o un episodio specifico — come un passaggio troppo violento su un cordolo. È successo anche a Schumacher in passato.
Come i team aggirano il problema
Le squadre hanno sviluppato sistemi sofisticati per ridurre l’usura del plank, come:
- Materiali flottanti che assorbono l’impatto col terreno;
- Sistemi di ammortizzazione per rendere flessibile la parte anteriore del fondo;
- Gestione estrema delle sospensioni per controllare ogni millimetro di altezza.
L’obiettivo? Restare il più vicino possibile ai 9 mm senza mai scendere sotto. Un gioco al limite che può determinare la vittoria… o la squalifica.
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