Max Verstappen non ha mai creduto di poter lottare per il mondiale in questa stagione, e pensa che molti piloti avrebbero potuto ottenere le stesse vittorie di Hamilton in Mercedes.

Nel corso dell’intervista al magazine della Formula 1, Verstappen è stato molto pessimista sulle sue possibilità di lottare con Hamilton per il titolo nel 2021, smentendo quanto dichiarato nelle ultime settimane da Helmut Marko.

Infatti l’olandese non crede che quest’inverno la Red Bull potrà ridurre il gap dalla Mercedes. “I limiti imposti allo sviluppo secondo me non ci permetteranno di essere una minaccia per la Mercedes nel 2021. Qualcuno all’interno del team magari avrà un parere diverso dal mio, ma io preferisco essere realistico.

Forse saremo un po’ più veloci rispetto a questo 2020, ma sarà difficile battere le Mercedes il prossimo anno sarà sostanzialmente un’estensione di questa stagione. Abbiamo intenzione di dare il massimo a livello di sviluppo della vettura da qui alla fine di quest’annata e la vettura di Abu Dhabi sarà quella che esordirà a Melbourne nel 2021 sempre che sia l’Australia il primo appuntamento in calendario”.

Verstappen a differenza di Marko, non ha mai creduto di poter vincere il mondiale. “Che siano dieci o sessanta i punti che ti separano da chi ti precede cambia poco. Il punto è che sei più lento. Sono nella terra di nessuno e da quando è iniziata la stagione non ho mai pensato di poter essere realmente in lotta per il titolo”.

Infine Verstappen ha ridimensionato le vittorie di Hamilton, dando grosso merito dei suoi successi alla Mercedes. “Ad essere onesti, credo che il 90% dei piloti presenti sulla griglia di partenza vincerebbe al volante di quella macchina. Non ho nulla contro Hamilton, è un grande pilota, ma la vettura è veramente dominante. Magari altri piloti non riuscirebbero ad imporre un’egemonia come quella di Hamilton. Non mi sento frustrato, sono più concentrato su quello che dobbiamo fare per cercare di battere Lewis e la Mercedes. Di sicuro iniziare meglio la stagione è un aspetto sul quale dobbiamo lavorare. Non riusciamo mai ad esprimere sin da subito il nostro potenziale”.

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