F1 News – Arrivare in zona punti è bello, riarrivarci ancora di più. Perchè, se la prima volta, quella in Azerbaijan, ti dà la sensazione del brivido emozionale che non hai mai provato, la seconda ti trasmette il concetto della stabilità. E nella mente di messer Franco Colapinto da Buenos Aires, argentino con cittadinanza italiana, dopo il decimo posto conquistato sulla pista di Austin il concetto deve essere emerso ben bene.
Una volta in zona punti può essere un episodio, per quanto meritato. Due, però, sono la dimostrazione che la festa può continuare. Per te e per la scuderia di cui fai parte. Il prossimo anno, nella famiglia fondata e resa gloriosa dal vecchio e indimenticato Frank, sbarcherà un Carlos Sainz dalle motivazioni a mille. E l’altro volante sarà di Alex Albon , sangue inglese e sangue thailandese nelle vene. Ma Colapinto il suo avviso ai naviganti l’ha lanciato: a punti ci so andare, poi valutate voi.
E. se in casa Williams si intonano canti di felicità, lo si fa anche nelle retrovie, da dove cioè Franco l’italo-argentino è stato pescato, da quella sala parto di potenziali giovani talenti che è la Williams Driver Academy. Il sistema di preparazione funziona. E sono ben felici che sia stato proprio mister Colapinto a dimostrarglielo. Qualcuno un pensierino lo farà , e neppure troppo di nascosto: come si potrà mai fare ritornare in naftalina uno che, in quattro Gran Premi, piomba in zona punti due volte e la sfiora un’altra volta con l’undicesimo posto?
Colapinto di decima piazza vestito, peraltro, possiede anche un altro dono che, nel cammino dei giorni come in quello nel circus, può essere un bel biglietto da visita: il senso dell’umorismo. Quello che ti porta a vivere una gara in modo impegnato ma anche scanzonato. Un esempio? CIò che ha detto al pilota dell’Alpine Esteban Ocon a fine gara: “il francese mi ha tolto il giro più veloce, perché si è fermato ai box? Deve restituirmelo, dai ,dobbiamo salvare il pianeta, non possiamo cambiare gomme per soli due giri”. E per il 2025, se non dovesse avere un volante? Anche qui, di far drammi non se ne parla, l’ottimismo è il profumo della vita. E, dunque, ecco la sentenza: “nel 2025 magari farò l’ingegnere”. Chissà.