F1 News – Non è del tutto chiaro cosa intenda Stefano Domenicali quando afferma che “tutti” vorrebbero più weekend Sprint in Formula 1. Forse si riferisce ai nuovi tifosi attratti da Drive to Survive, meno legati alla tradizione e più interessati all’intrattenimento immediato.
Ciò che appare evidente è la volontà della Formula One Management di spingere sempre più verso format alternativi, dalle griglie invertite all’aumento delle Sprint Race, passando per trasferte in Paesi dal discutibile legame con lo sport, con il rischio di sacrificare l’anima storica della F1 a favore degli interessi di Liberty Media.
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Alla vigilia del GP d’Italia 2025, Domenicali ha dichiarato: “A parte qualche tifoso irriducibile, tutti vogliono i weekend Sprint. I promoter li richiedono e ora anche i piloti mostrano interesse”. Ha poi riconosciuto che le sue parole possono risultare provocatorie: “Le prove libere piacciono a pochi specialisti, chi vuole più azione preferisce il formato Sprint. È un processo di maturazione: in futuro la domanda sarà di avere tutti i weekend con lo stesso format, anche se non arriveremo subito al modello MotoGP”.
Una prospettiva che, però, fatica a conciliarsi con la difesa di un approccio “tradizionalista”, visto che la maggioranza dei fan storici continua a guardare con diffidenza alle Sprint, spesso percepite come semplici prove mascherate.
In questo scenario, la voce più cauta è quella del presidente FIA Mohammed Ben Sulayem. Commentando il calendario 2026, che prevede sei Sprint (Cina, Miami, Canada, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Singapore), l’emiratino ha avvertito: “Capisco le ragioni commerciali di Stefano, ma bisogna considerare anche il carico per staff e team, che viaggiano già molto. Ci sono diversi interessi in gioco e serve equilibrio tra sport e business“