Michael Masi si è espresso sull’incidente di Grosjean, sul processo di riparazione delle barriere e sull’episodio che ha visto coinvolti Norris e un commissario.

A quasi 48 ore dal terribile incidente di Romain Grosjean nel GP del Bahrain, le immagini delle fiamme e della miracolosa fuoriuscita dall’inferno del pilota franco-svizzero restano ancora ben impresse nella memoria di tutti quanti. Elaborato lo shock iniziale, i prossimi giorni, grazie alle indagini della FIA, saranno cruciali per chiarire tutte le varie dinamiche dell’accaduto. Nel frattempo, il direttore di gara Michael Masi ha cercato di far luce su altri episodi controversi avvenuti durante il Gran Premio.

Intervistato da Sky Sports F1, l’australiano ha spiegato così la lacerazione del guardrail, nel quale l’abitacolo della Haas è rimasto intrappolato: “Dopo essere stato sul luogo e aver visto tutto, posso dire che con la quantità di energia coinvolta nell’incidente non si può fare più di tanto. In qualità di FIA, investigheremo il tutto e cercheremo di imparare il più possibile sia sulla resistenza delle vetture, sia sull’equipaggiamento dei piloti, sia sui sistemi di sicurezza dei circuiti. E’ stato un incidente insolito. Se guardiamo la macchina, la cellula di sopravvivenza ha svolto perfettamente il suo lavoro di protezione del pilota, così come l’halo. Rivedremo accuratamente il tutto e valuteremo quali soluzioni prendere. Tuttavia, per quanto riguarda l’integrità delle barriere, non c’è una soluzione semplice e immediata”.

Proprio la riparazione dei guardrail ha fatto sorgere alcuni punti interrogativi, soprattutto perché a sostituirli sono stati blocchi di cemento. Masi ha descritto in questo modo le operazioni di sostituzione: “La riparazione che abbiamo effettuato è stata la più efficiente e la migliore possibile in quella situazione. Il circuito del Bahrain si è comportato in maniera professionale, valutando ciò che era a disposizione in quella circostanza. Sono stato coinvolto in molte riparazioni di barriere e ho imparato cosa si può e non può fare. La cosa primaria era tenere sotto controllo l’incidente e poi iniziare la fase di riparazione. Bisogna inoltre considerare che ogni circuito ha caratteristiche diverse per quanto riguarda il terreno. Qui siamo nel deserto, perciò avevano a disposizione molti blocchi di cemento, che in quel momento era la soluzione più efficiente e sicura.

Infine, il direttore di gara ha analizzato un altro pericoloso episodio, passato tuttavia in secondo piano. Durante il periodo di Safety Car degli ultimi giri, infatti, un commissario di pista ha attraversato incautamente il tracciato, rischiando di essere investito dalla McLaren di Lando Norris. Questa l’interpretazione di Masi: “Il commissario ha reagito istintivamente, senza ricevere alcun ordine, non appena ha visto la macchina di Pérez in fiamme. La priorità era estinguere il fuoco, ma i marshal hanno istruzioni chiare. Ne abbiamo parlato subito al termine della gara e lo ricorderemo a tutti quanti: non si deve attraversare la pista. La situazione non è stata affatto piacevole, ma non possiamo tagliare qualcuno semplicemente perché ha cercato di spegnere delle fiamme. In particolare dopo il grande incendio che avevamo visto in precedenza“.

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