Nel weekend del GP di Cina, assente in calendario dal lontano 2019, tornerà il format Sprint, che metterà in grossa difficoltà team e piloti.

Dopo una settimana di pausa, la F1 si appresta a concludere il trittico di gare in estremo oriente con il GP di Cina. L’evento di Shanghai è forse il più atteso di questo inizio di stagione, dato che il circus non visita il circuito dal 2019 a causa della pandemia di Covid-19. Proprio per questo motivo, tutti i team hanno sottolineato che il weekend cinese rappresenterà una sfida molto intrigante, per la quale è impossibile fare previsioni. Negli ultimi cinque anni, infatti, la F1 ha cambiato totalmente volto in termini di caratteristiche tecniche delle monoposto e degli pneumatici, rendendo i dati raccolti in passato poco utili alla preparazione del Gran Premio. A complicare il lavoro di piloti, ingegneri e meccanici, poi, c’è una decisione che fa molto discutere: selezionare il GP di Cina per il primo weekend Sprint stagionale.

Il format Sprint ha come scopo quello di rendere più imprevedibile un evento, dato che viene concessa una sola ora di prove libere per trovare il miglior assetto possibile prima dell’entrata in vigore del parco chiuso. Su certi tracciati questa formula può ottenere l’obiettivo prefissato: Interlagos e il Red Bull Ring, ad esempio, regalano spesso degli weekend Sprint molto intriganti e imprevedibili. C’è un problema: questo format non funziona su tutti i circuiti, perché serve una pista su cui è facile sorpassare e della quale i team hanno una profonda conoscenza. In Cina non c’è né l’una né l’altra: negli ultimi cinque anni i team non hanno ottenuto informazioni sul comportamento delle vetture allo Shanghai International Circuit, sul quale è storicamente piuttosto complesso sorpassare.

Disputare la Sprint su un tracciato quasi ignoto va quindi a complicare ulteriormente e in maniera artificiosa un lavoro che anche in un weekend normale sarebbe stato molto complesso. Non si tratta però dell’unica stranezza del weekend di Shanghai. Nel GP di Cina debutterà infatti il nuovo programma del weekend Sprint, che vede al venerdì le FP1 e la qualifica della Sprint, al sabato la Sprint Race e le qualifiche ufficiali e alla domenica il Gran Premio. Il cambiamento regolamentare più importante riguarda però il regime di parc fermé, che rimarrà in vigore dalla qualifica della Sprint fino alla Sprint Race, ma sarà riaperto dalla bandiera a scacchi della gara breve fino all’inizio delle qualifiche ufficiali. Una modifica molto gradita, ma che forse era meglio sperimentare su tracciati più familiari per evitare il rischio di scelte di setup azzardate o completamente sbagliate.

Foto: Red Bull Content Pool

La scelta di organizzare in Cina la prima Sprint dell’anno è chiaramente mirata a mischiare ulteriormente le carte in gioco, ma lo fa in maniera artificiosa e quasi del tutto inutile. L’imprevedibilità è una delle caratteristiche che rendono un weekend di F1 esaltante, ma solo quando è dovuta alle tante variabili “naturali” che fanno parte di un weekend, come il grip del circuito, il suo layout, le condizioni atmosferiche, quelle ambientali e tanto altro. Tutti questi fattori, senza l’intervento esterno della Sprint, avrebbero reso un evento-incognita come quello di Shanghai comunque molto intrigante ed intenso per i team. La sfida resta senza dubbio molto complicata e interessante, ma con questo format si può star certi che in pista non vedremo le vetture e i piloti esprimersi ai massimi livello tecnici e di guida, perché non sono stati messi in condizione di farlo.

Un ulteriore dettaglio, svelato pochi giorni fa da Motorsport.com, rende ancor più incomprensibile la scelta del management della F1 e degli organizzatori. La pista è stata infatti riasfaltata per ripianare le numerose sconnessioni che si sono formate sul tracciato, costruito su una palude. La scelta di rimuovere i bump è certamente saggia, vista la sensibilità ai dossi delle vetture ad effetto suolo e gli eventi del weekend Sprint di Austin del 2023, quando Charles Leclerc e Lewis Hamilton furono squalificati dal Gran Premio a causa di un’usura troppo elevata del plank. Il livello d’incertezza a riguardo resta però molto alto, considerando anche la possibilità che il nuovo asfalto possa fornire pochissimo grip su un circuito praticamente inutilizzato da cinque anni. La speranza è che la riasfaltatura, effettuata dall’azienda di Hermann Tilke negli ultimi mesi, faciliti e non complichi il lavoro già arduo dei team.

Foto: Red Bull Content Pool

Anche alcuni piloti non hanno nascosto la loro contrarietà alla scelta di Shanghai come primo weekend Sprint stagionale. Interrogato sul tema nella Conferenza Stampa post-Suzuka, Max Verstappen si è affidato al sarcasmo: “Sì, è una decisione molto intelligente. E’ molto tempo che non corriamo su quella pista e non sappiamo cosa ci aspetta. Sarebbe stato meglio avere un weekend normale, ma forse così sarà tutto un po’ meno prevedibile. E questo è quello che cercano. Da un punto di vista puramente di guida e di performance della macchina, però, non è la decisione più astuta. Vediamo cosa troveremo, a me è sempre piaciuto molto girare là. Speriamo di riuscire ad essere subito veloci, senza dover mettere a punto troppe cose sulla macchina.”

La questione della riasfaltatura del tracciato è invece quella che preoccupa maggiormente Carlos Sainz: “Shanghai è un circuito fantastico, uno dei preferiti di tutti i piloti. E’ ben realizzato e offre buone opportunità di sorpasso, quindi ha senso selezionarlo per il format Sprint. Allo stesso tempo, durante il briefing dei piloti, noi abbiamo fatto presente alla FIA e alla F1 che non è una buona scelta fare una Sprint su un circuito che manca in calendario da quattro o cinque anni, visto il tipo di macchine che guidiamo e tutte le norme che dobbiamo rispettare, come quella dell’usura del plank. Abbiamo sentito dire che stanno riasfaltando, quindi forse ci aspetta una Istanbul 2.0! Spero di no, ovviamente, ma c’è tanta incertezza. Forse per voi a casa è più interessante, ma secondo me piloti e ingegneri non vorrebbero prendersi questo rischio. Sarebbe stato meglio avere un weekend normale.”

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