Che Jeddah potesse regalare emozioni non c’erano dubbi. 3 partenze, 2 bandiere rosse, safety car e tante polemiche anche post gara. Max e Lewis ora sono a pari punti.
Dopo il grave incidente in F2 di questo pomeriggio, i rischi di colpi di scena anche in F1 erano altissimi. Nel primo gran premio della storia in Arabia Saudita è stata una corsa contro il tempo sin dall’inizio con la costruzione dell’intero circuito.
La conformità della pista ha dato tanti problemi ai piloti, con le sue curve ad alta velocità e i continui muretti sfiorati.
Come primo Gran Premio a Jeddah non c’è male.
Vince Lewis, ma quante polemiche. L’inglese partiva dalla Pole, con l’ansia delle statistiche che dicono che non accadeva dal 2010 che un poleman su una pista nuova vincesse il Mondiale. Eppure il pilota della Mercedes ha affrontato la gara senza pressioni. Fino a che al giro 10 Mick Schumacher va a muro esattamente come Leclerc venerdì. Qui la decisione che ha innescato le successive.
La Direzione Gara dà bandiera rossa (forse troppo tardi) e favorisce cosí Verstappen, rimasto in pista a differenza di Hamilton durante l’iniziale safety car. Lewis chiede via radio se Max potesse cambiare le gomme e i nervi dell’inglese cominciano a scaldarsi alla risposta affermativa. Nella seconda partenza un altro episodio importante: leggero contatto tra i 2 pretendenti al titolo dove a favorirne è l’olandese.
Ma al 15esimo giro Perez, Mazepin e Russel vanno fuori a causa di una mischia di gruppo procurando un’altra bandiera rossa (questa volta più che giusta). È qui che avviene l’episodio forse più curioso dell’intero weekend. La FIA contratta con la Red Bull. I direttori di gara comunicano che ci sarebbe stata un’investigazione per l’episodio precedentemente avvenuto alla seconda partenza, a meno che non avessero restituito la posizione alla terza partenza.
Dunque primo Ocon (trovatosi secondo in quel momento), poi Lewis e poi Max. La Red Bull accetta ma la polemica divampa. Max non si fa intimidire e come un leone si prende di forza nuovamente la leadership alla terza partenza con una magia. Prima una Virtual Safety Car per l’incidente di Tsunoda e poi un altro episodio. Al giro 37 Lewis prova a mandare all’esterno Max ma finisco entrambi a tagliare la chicane.
Neanche un giro dopo l’episodio di cui ancora tutt’ora su parla.
A Max comunicano di dare la posizione a Lewis e l’olandese rallenta per farlo passare ma l’inglese attacca e tampona il pilota della Red Bull. Successivamente si scoprirà che anche il pilota della Mercedes era stato avvisato che Max gli avrebbe ridato la posizione. Lewis si riprende la leadership successivamente anche grazie ai 5 secondi di penalità dati a Max per l’allungamento precedente, ma è un testa a testa fino all’ultima curva. Lewis Hamilton taglia il traguardo da vincitore e agguanta Max in classifica a pari punti.
Tutto si deciderà, dunque, nell’ultima gara ad Abu Dhabi, anche se tra i due pretendenti al titolo c’è un’investigazione ancora in corso. La RED BULL infatti ha presentato prove alla Direzione Gara per il mancato sorpasso di Hamilton su Verstappen con il conseguente tamponamento tra i due al giro 38. Ma ci sarebbe una convocazione dai commissari anche di Verstappen.
Tornando alla classiifca, Verstappen ha però un vantaggio: le 9 vittorie ottenute contro le 8 di Hamilton.
È una lotta serrata su tutti i fronti. Il resto della gara per gli altri team è stata tra alti e bassi. Ad uscirne ancora una volta sfortunato è Charles Leclerc che partito dalla seconda fila, a causa della prima bandiera rossa e del contatto con Perez dopo, è finito poi settimo per problemi alla monoposto davanti a Sainz, sfumando ancora una volta il sogno podio. Ricciardo arriva quinto e Norris decimo ma la Ferrari rimane sempre terza in classifica costruttori dopo un weekend sicuramente molto propositivo. In top 10 sicuramente da menzionare Antonio Giovinazzi nono. Ad Ocon sfuma sul rettilineo il sogno di un altro podio. Bottas lo passa davvero sul filo e si piazza terzo. Buon colpo nonostante tutto per la Mercedes visto l’out di Perez. Gasly la piazza in sesta.
Jeddah supera di gran lunga l’avventura infinita di Spa, con una direzione gara evidentemente sotto pressione per non voler rovinare un mondiale che non merita assolutamente decisioni esterne e di parte.