Il nuovo CEO della F1, Stefano Domenicali, ha già alcune importanti decisioni da prendere in merito al futuro della F1: una di questa è il progetto della nuova generazione di motori.
La crisi pandemica e l’addio di Honda dal Circus han fatto emergere una difficoltà alla quale non è stata data la giusta importanza nonostante fosse sulla bocca di tutti: motori troppo costosi e sviluppo ridotto al minimo. Con il saluto di Honda dalla F1 rimangono solamente la Ferrari, la Mercedes e la Renault come fornitori di motori. Una situazione un po’ triste per l’intera categoria.
Nico Rosberg ➡➡➡💥💥 Mark Webber
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When team mates collide… always notable, frequently spectacular 😮#F1
Per ovviare al problema del costo delle attuali PowerUnite la Red Bull ha proposto il congelamento dei propulsori. Se la FIA e gli altri team dovessero accettare questa proposta si ridurrebbero drasticamente i costi dei motori ma verrebbe a mancare una fattore che ha contraddistinto la F1 dalle altre categorie del Motorsport: lo studio e lo sviluppo del cuore della macchina.
Proprio su questo aspetto, il nuovo CEO della F1, Stefano Domenicali, sostiene che si sia data più importanza alla tecnologia che ai costi di sviluppo e alla gestione di questi motori. Egli sostiene, inoltre, che ci debba essere più sinergia fra vettura di F1 e vetture stradali, in modo tale che, quello sviluppato in F1, possa essere utile anche per le nostre automobili.
FOR. THE. WIN.
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La FIA e gli altri organi della F1 sostengono che il compito di questa nuova era motoristica, attesa nel 2025, abbia altri due aspetti da soddisfare: coinvolgere altre case costruttrici a sposare il progetto e far diventare la F1 un sport più sostenibile. In quest’ultimo punto il World Motorsport Council sta lavorando assieme a Petronas, Shell ed altre industrie petrolifere per trovare un carburante più “amico” dell’ambente.
Una cosa è certa: la F1 non deve diventare una IndyCar 2.0. Le forniture monomarca di cambio e motori le si possono accantonare fin da subito perché non è la soluzione giusta. L’ex ingegnere della Ferrari sa benissimo cosa vuole questo sport e, conoscendo le sue enormi competenze, farà di tutto per dare più importanza alla parte endotermica che a quella ibrida.
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