F1 2026 – C’è un fantasma che si aggira nei corridoi di Maranello in questo freddo dicembre 2025. Non ha catene, ma un tecnigrafo e un blocco appunti. Si chiama Adrian Newey.
Mentre Ferrari e Red Bull sembrano aver lavorato su concetti “sani” e lineari per il nuovo regolamento 2026, dall’Inghilterra iniziano a filtrare indiscrezioni che, se confermate, potrebbero riscrivere le gerarchie della Formula 1 ancor prima di scendere in pista.
Secondo fonti vicine all’ambiente di Silverstone (The Race o AMuS), i dati al simulatore della nuova Aston Martin AMR26 – la prima vettura concepita integralmente sotto la supervisione di Newey – sarebbero “spaventosi”, con picchi di carico aerodinamico in curva (modalità Z-Mode) che gli avversari faticano a vedere persino nei sogni.

Il “Buco” nel regolamento: l’Aerodinamica Attiva
Dove avrebbe colpito il Genio questa volta?
Il regolamento 2026 introduce l’Aerodinamica Attiva (ali mobili) e impone un fondo piatto, teoricamente per eliminare l’effetto suolo estremo e il porpoising. La FIA ha scritto regole rigidissime sui volumi.
Tuttavia, si vocifera sempre da fonti Inglesi che Newey abbia trovato una “zona grigia” nell’interazione tra la flessibilità del fondo e i nuovi profili alari mobili.
Mentre tutti si sono concentrati su come far funzionare il motore ibrido al 50%, Newey avrebbe lavorato sulla sigillatura meccanica del fondo. Si parla di un sistema passivo che, sfruttando il movimento delle sospensioni (e qui torna utile l’esperienza sulle sospensioni attive Williams anni ’90), riuscirebbe a “chiudere” il fondo verso l’asfalto in curva molto più degli avversari, ricreando quell’effetto venturi che la FIA voleva bandire.
Non è illegale, è semplicemente Newey. È quello che ha fatto nel 1998, nel 2009 con il doppio diffusore (anche se l’idea non fu sua, la perfezionò) e nel 2022 con le pance Red Bull.

Il dilemma Ferrari: Metodo vs Genio
Questa notizia, seppur non ufficiale, riapre una ferita mai del tutto rimarginata nel cuore dei tifosi ferraristi.
Un anno fa, la Ferrari fu vicinissima a ingaggiare Newey. John Elkann e Fred Vasseur scelsero però una strada diversa: no alla “star” che accentra tutto, sì a un gruppo di lavoro coeso e “democratico” guidato da Loic Serra.
La scommessa di Vasseur era chiara: nel 2026 le macchine sono troppo complesse per essere disegnate da un uomo solo. Serve organizzazione.
Ma la storia della F1 insegna che quando cambiano le regole, il guizzo del singolo genio vale spesso più di mille riunioni aziendali.
E se Aston Martin facesse la “Brawn GP”?
Lo scenario da incubo per Ferrari (e per Hamilton, che ha lasciato Mercedes per vincere l’ottavo titolo) è trovarsi di fronte a una Aston Martin in stile Brawn GP 2009: una macchina che alla prima gara rifila un secondo al giro a tutti perché ha letto il regolamento meglio degli altri.
Se a gennaio vedremo sulla Aston Martin soluzioni “strane” nella zona del fondo o delle paratie dell’ala anteriore, sapremo che la paura era fondata.
La Ferrari ha puntato sulla solidità del Progetto 678. Aston Martin ha puntato tutto sulla magia di un 67enne inglese.
Chi avrà avuto ragione? La risposta tra poche settimane, ma a Maranello qualcuno, stanotte, dormirà un po’ meno tranquillo.
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