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La corsa alla presidenza FIA entra nel caos. La giovane candidata svizzera Laura Villars ha presentato un ricorso legale contro le modalità delle elezioni, sostenendo una mancanza di equità nel processo che favorirebbe l’attuale presidente Mohammed Ben Sulayem. Il tribunale di Parigi si pronuncerà il 10 novembre.
Villars contro la FIA: la sfida alla rielezione di Ben Sulayem
Quando Laura Villars, 28 anni, pilota e imprenditrice svizzera, ha annunciato la propria candidatura alla presidenza della FIA, pochi nel paddock l’hanno presa sul serio. La giovane aspirante presidente non era particolarmente conosciuta nel mondo del motorsport, e la prima versione del suo manifesto elettorale appariva povera di contenuti concreti.
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Tuttavia, dietro la sua candidatura si nasconde una questione molto più ampia: l’accusa che il sistema elettorale della FIA non garantirebbe pari opportunità ai candidati che intendono sfidare l’attuale presidente Mohammed Ben Sulayem, in carica dal 2022.
Il nodo Ecclestone e la rappresentanza regionale
Il regolamento elettorale FIA impone che ogni candidato alla presidenza presenti una squadra di dieci vicepresidenti provenienti dalle diverse regioni del mondo. Il problema nasce dal fatto che Fabiana Ecclestone è l’unica persona eleggibile per rappresentare il Sud America — e ha già espresso pubblicamente il proprio sostegno a Ben Sulayem.
Questo vincolo rende di fatto impossibile la formazione di una squadra alternativa completa, bloccando ogni altra candidatura. È su questo punto che Villars ha deciso di portare il caso davanti al tribunale di Parigi, che si riunirà il 10 novembre alle ore 9:30 per valutare la legittimità del processo.
Le reazioni ufficiali e la posizione della FIA
Contattata da GPBlog, la FIA ha dichiarato:
“A causa della natura del procedimento, la Federazione non può commentare questa azione legale e non rilascerà ulteriori dichiarazioni.”
Una risposta che riflette la delicatezza della situazione e la volontà dell’ente di mantenere un basso profilo fino alla decisione della corte.
Possibili conseguenze: elezioni sospese o poteri limitati
L’azione di Villars mira a dimostrare che l’attuale sistema impedisce una competizione democratica. Se il tribunale dovesse accogliere il ricorso, il processo elettorale potrebbe essere sospeso fino a una revisione delle regole.
In tal caso, Mohammed Ben Sulayem rimarrebbe in carica ma con poteri limitati, in attesa dell’esito delle indagini. Una situazione che rappresenterebbe un duro colpo per il presidente uscente, fino a oggi considerato il favorito assoluto per un secondo mandato.
Le critiche sulla trasparenza della FIA
La questione si inserisce in un contesto di crescenti critiche verso la Federazione. Dave Richards, presidente di Motorsport UK, ha recentemente accusato la FIA di “diventare sempre meno trasparente”. Anche Tim Mayer, ex candidato alla presidenza, aveva ritirato la propria candidatura proprio per la mancanza di chiarezza nel processo elettorale, appoggiando ora la battaglia legale della Villars.
Analisi finale
Ciò che sembrava una candidatura simbolica si è trasformato in una potenziale mina istituzionale per la FIA. Se il tribunale dovesse riscontrare irregolarità, l’elezione prevista per dicembre potrebbe essere rinviata o modificata, aprendo uno scenario inedito nella governance del motorsport mondiale.
L’esito del caso Villars non determinerà soltanto il futuro di Ben Sulayem, ma anche la credibilità stessa della FIA come organismo regolatore imparziale e democratico.
Fonte: GPBlog
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