Nelle ultime ore il paddock della Formula 1 è tornato a essere teatro di tensione. La FIA ha rinviato l’emissione dei certificati di conformità al budget cap 2024, scatenando voci su una possibile violazione da parte di un team di vertice. Intanto, la Aston Martin ha confermato una violazione procedurale, ma non di spesa. Ecco il quadro aggiornato, con le ipotesi su chi potrebbe essere coinvolto e cosa rischia.
Cosa è successo finora
Il ritardo della FIA
La FIA ha annunciato che il suo Cost Cap Administration è ancora impegnato nella revisione delle dichiarazioni 2024. Normalmente i certificati vengono rilasciati a settembre, ma il ritardo di quest’anno ha fatto scattare l’allarme nel paddock. Secondo The Race, il rinvio sarebbe dovuto alla necessità di verifiche supplementari su uno o più team sospettati di irregolarità.
Il caso Aston Martin
La Aston Martin Aramco Cognizant F1 Team ha ammesso una violazione procedurale del budget cap 2024, dovuta alla mancata firma di un documento da parte dell’auditor principale. Secondo Speedcafe e PlanetF1, il team ha comunque rispettato il limite di spesa e ha firmato un “Accepted Breach Agreement” con la FIA, evitando così sanzioni sportive.
Un altro “top team” sotto indagine
Fonti internazionali indicano che la FIA sta indagando su un altro team, descritto come uno dei top team della griglia, per una possibile violazione sostanziale del budget cap. Le informazioni sono ancora riservate, ma si parla di un superamento effettivo del tetto o di costi non dichiarati correttamente. Il nome del team non è stato ancora confermato ufficialmente.
Perché la vicenda è importante
Il budget cap è uno dei pilastri regolamentari della Formula 1 moderna: serve a limitare le spese e garantire maggiore equilibrio competitivo. Se un team dovesse averlo violato in modo significativo, potrebbero esserci sanzioni gravi, con impatti diretti sul mondiale 2025 e sull’immagine del campionato. Dopo il caso Red Bull del 2021, la FIA sembra intenzionata a mostrare tolleranza zero per ogni infrazione.
Chi potrebbe essere il team coinvolto?
Nel paddock le voci si rincorrono. Gli indizi portano verso squadre con budget molto elevati e programmi di sviluppo aggressivi. Secondo alcune testate inglesi, i principali sospettati sarebbero Red Bull Racing e Mercedes, entrambe già al centro di polemiche in passato per la gestione dei costi. Non si escludono tuttavia anche nomi come Ferrari o McLaren, anche se al momento mancano conferme concrete.
È importante sottolineare che si tratta di ipotesi giornalistiche basate sulle informazioni raccolte da fonti FIA e non di comunicazioni ufficiali. Tuttavia, la sospensione dei certificati alimenta i sospetti che un caso importante sia in arrivo.

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Cosa rischia il team implicato
Le possibili sanzioni
- Violazione procedurale: multa o richiamo formale.
- Violazione minore: detrazione punti nel costruttori o limitazione ore di test in galleria del vento.
- Violazione sostanziale: penalità sportive, riduzione sviluppo aerodinamico o persino squalifica parziale.
Conseguenze sportive e reputazionali
Un’infrazione confermata da parte di un top team metterebbe in discussione la credibilità del campionato e potrebbe influenzare la lotta al titolo 2025. Inoltre, sponsor e partner commerciali potrebbero reagire negativamente, con danni d’immagine difficilmente recuperabili.
Quando sapremo la verità
La FIA dovrebbe pubblicare entro poche settimane l’elenco completo dei team conformi e di eventuali violazioni. Solo allora si conoscerà il nome del “team misterioso” sotto indagine. L’attesa, intanto, cresce di ora in ora nel paddock e tra i tifosi, con il rischio di un nuovo “Cost Cap Gate” capace di scuotere la Formula 1 come nel 2021.
Conclusione
In sintesi, la Aston Martin ha già chiuso il suo caso, ma resta il mistero del team top. Se l’inchiesta dovesse confermare una violazione reale del tetto di spesa, la FIA sarà chiamata a intervenire con fermezza. Una decisione che potrebbe riscrivere gli equilibri del Mondiale e aprire una nuova stagione di polemiche.


