Flavio Briatore ha dichiarato: “Ferrari prima serve la macchina poi Hamilton”. Così l’ex team principal della Benetton ha commentato le voci su un possibile arrivo di Hamilton in Ferrari.

Lewis Hamilton in Ferrari? Si, si parla molto di quello, da quando lo scorso mese la Gazzetta Dello Sport ha lanciato la bomba di un contatto Elkann-Hamilton. Da allora però, l’altro argomento a tenere banco è quello che riguarda un possibile arrivo in coppia a Maranello, da parte di Lewis Hamilton e di Toto Wolff. Sulla questione è intervenuto Flavio Briatore, che ha qualche mondiale in bacheca e di F1 se ne intende a 360°, anche per quanto riguarda la gestione dei piloti.
Riguardo a queste voci che si susseguono, ha sentenziato Briatore: “Ferrari: prima serve la macchina poi Hamilton“.

Per prima cosa, l’ex team principal Benetton, ha commentato le voci su un possibile arrivo del manager austriaco in Italia. Secondo Briatore, però, l’arrivo di Toto in Rosso non avrebbe senso in quanto egli stesso è azionista della Mercedes. Inoltre, pur trattandosi di un manager di assoluto livello, Wolff non rappresenterebbe la soluzione a tutti i problemi Ferrari. Problemi che, a detta di Briatore, dovrebbero essere risolti trovando un leader ai piani alti dell’azienda.

wolff Mercedes“Per la Ferrari non sarà in alcun modo la soluzione ai problemi, a Maranello hanno bisogno di un leader”, ha spiegato Briatore.

Il manager di Fernando Alonso, ha poi spostato la sua attenzione al commento di un possibile arrivo di Lewis Hamilton al fianco di Charles Leclerc, non vedendo però l’arrivo dell’Inglese come una soluzione alla crisi della Rossa. Secondo Briatore, infatti, la vera soluzione alla mancanza di vittorie, è quella di costruire una buona macchina, e non prendere solo campioni.

In F1 l’importante è la macchina. La Renault ha dato a Ricciardo molti soldi, ma quei soldi sarebbero stati spesi meglio nello sviluppo della macchina. Se non hai la macchina, non puoi ottenere nulla”.
Alonso Vettel
Secondo Flavio Briatore la priorità, come detto, è quella di produrre una vettura veloce. Solo allora è il momento di portare a casa un grande campione, capace di fare la differenza, colmando un gap di non più di un decimo di secondo.

“Abbiamo avuto l’esempio di Alonso quando era in Ferrari: ha portato la macchina ad un altro livello che il secondo pilota Ferrari non è stato in grado di fare. La Ferrari deve lavorare tecnicamente per avere un’auto che è ad un decimo dalla Mercedes. Solo allora il pilota fa la differenza, ma due decimi, cinque decimi di differenza…non può farla!”.

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