Yuki Tsunoda, il sapore della rinascita

Finire anzitempo il Gran Premio in Cina non gli era certamente andato a genio. Il settimo posto in Australia e il decimo in Giappone gli avevano creato la sensazione dell’appetito che vien mangiando. Andare a punti chiama andare a punti. Dall’infruttuosa trasferta cinese, Yuki Tsunoda aveva fatto a se stesso una promessa: a Miami andrà diversamente. E quella promessa l’ha mantenuta, portando la sua Racing Bulls all’ottavo posto. Terzo piazzamento a punti in sei gare, niente male per il talentuoso nipponico che alla Red Bull stanno tenendo d’occhio.

La Sprint Race l’aveva visto finire alle spalle del suo compagno di squadra Daniel Ricciardo, nelle qualfiche, invece, a sorridere era stato lui portando la vettura in Q3. E, ha poi pensato, sprecare questo patrimonio in gara sarebbe realmente un peccato. Quindi ci ha dato dentro di gas e non ha più mollato la zona punti sino al termine, staccando l’ottavo posto. Ben meglio dell’undicesimo al quale aveva concluso lo scorso campionato a Miami.

Ci ha preso gusto, insomma, lo Yuki della terra dei Samurai. E sa che, quando la sua vettura apre bene le orecchie ai suoi consigli, le campane suonano a festa. Quell'”avrei potuto fare meglio” che il nipponico ha dichiarato alla fine delle Q3 era, al contempo, un rimpianto per l’immediato trascorso ma anche un messaggio inviato all’imminente futuro. Cioè al Gran Premio. Tsunoda ha fatto del perfezionismo intelligente la bandiera della sua attività nel circus. Lo scorso campionato aveva raccolto assai meno di quanto aveva seminato e forse a mettere le ganasce al suo desiderio di correre verso lidi di maggiori punti in classifica era stato un po’ anche lui con certe ingenuità.

Ma adesso, e i tre Gran Premi su punti a sei paiono esserne evidenza cartesiana, il ragazzo del Sol Levante pare maturato nella gestione della vettura. Se lo scorso anno , dopo sei prove, aveva ottenuto solo due punti e quest’anno ne ha già messi insieme quattro volte tanto qualcosa vorrà pur dire.