Il ricordo di Andrea De Cesaris il ‘MANDINGO’ negli archivi di newsf1.it del 2014

Francamente oggi non avevo voglia di scrivere dopo lo schianto di Jules Bianchi alla curva 7 del circuito di Suzuka, ma purtroppo ieri c’è stata un’altra tragedia, la morte di un Pilota Italiano di F1 che ricordo molto bene, e non potevo non scrivere qualcosa su un Pilota che ho visto per tanti anni in pista, erano gli anni ’80 e in seguito i ’90 e la mia passione per la massima Formula era sbocciata poco tempo prima, ero e sono un tifoso della Ferrari ma ero anche un grande tifoso dei piloti Italiani…

De Cesaris è deceduto Domenica a bordo di una moto sul Grande Raccordo Anulare (Roma), ad un passo da casa mia a dire il vero e ne ho avuto notizia solo via Twitter, la coda sugli svincoli era lunga anche perché vicina ad un grande centro commerciale, mai avrei pensato di dover apprendere un’altra notizia così grave, l’uomo che aveva il coraggio di arrivare in fondo alla Beau Rivage (Montecarlo) a tavoletta senza togliere gas,

 

l’unico nel suo tempo come ammesso dai suoi stessi colleghi, era scomparso in un banale incidente stradale, ricordo quando mi fece sognare con quei 22 giri in testa a SPA Francorchamps alla guida dell’Alfa Romeo Turbo segnando anche il giro veloce,

una macchina fragile purtroppo, gli Inglesi, con il solito fare tra l’ironico e il Machiavellico, gli diedero il soprannome di Andrea de ‘Crasheris’ ma le tante rotture a cui andava incontro avevano 2 motivi fondamentali, non correva mai per le migliori squadre e spremeva tutto quello che poteva dalla monoposto, un uomo che inseguiva la velocità pura, l’adrenalina, irruento quanto coraggioso nella guida, gran fisico e donnaiolo soprannominato il ‘Mandingo’ proprio per la sua popolarità tra il gentil sesso, incarnava l’idea stessa del Pilota di quel tempo, sorriso e faccia d’angelo, erano i tempi dei Piloti Italiani, con lui molti altri, qualche nome, Giacomelli, Alboreto, De Angelis, Fabi, Baldi, Patrese, Ghinzani, Martini, Caffi, Tarquini, Larini, Nannini, Morbidelli, Barbazza, Zanardi, Capelli, Naspetti, Amati, Modena… Insomma due e più generazioni Tricolori di cui si sente la mancanza… Ha corso contro i più grandi in una carriera molto lunga ma anche sfortunata. Fu il più giovane Pilota di F1 per il suo tempo quando salì sul sedile dell’Alfa Romeo, era il 1980 ed aveva 21 anni, in seguito alla longevità di Pilota della massima serie, superò lo scoglio delle 200 presenze; schietto diceva ciò che pensava e spesso era in rotta di collisione con Team Manager ed ingegneri che lo accusavano di ‘spremere’ troppo il mezzo meccanico, proprio per questo fu mandato via da alcuni Team e poi reingaggiato da altri, soprattutto da chi ne ammirava il coraggio, negli ultimi anni della carriera (terminata nel ’94) si era fatto fama di Pilota serio ed affidabile fu per questo che la neonata Jordan lo ingaggiò per la stagione ’91 e dopo tante buone gare compie un’impresa nel GP del Belgio quando dalla casella n.11 arrivò ad essere 2°, il motore purtroppo cedette e fu ritiro, non venne riconfermato e passò alla Tyrrel per 2 stagioni con prestazioni alterne, infine nel ’94 viene richiamato dalla Jordan per correre 2 GP, terminerà l’annata a bordo della Sauber che lo chiamò viste le buone prestazioni delle 2 gare disputate…

Finita la carriera decise di dedicarsi agli sport acquatici, acquistata una casa alle Hawaii si dedicò al Surf facendo la spola con l’Italia, ancora una volta la velocità e il rischio stavano facendo parte integrante della sua vita…

Marco Asfalto   

Twitter : @marcoasfalto

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