Ad Austin, Lewis Hamilton ha mancato il primo match point della stagione. Terzo posto per l’inglese, vittoria alla Ferrari di Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel quarto. Sono settanta ora i punti di distacco tra Lewis e il tedesco.

Mancano solo tre gare alla fine della stagione: Messico, Brasile l’11 novembre e sette giorni dopo Abu Dhabi. Se a Vettel servirebbe un miracolo per riaprire una lotta al titolo che sembrava ormai chiusa già a fine estate, ad Hamilton basterebbe veramente poco per alzare al cielo il suo quinto mondiale: settima posizione, a prescindere dal piazzamento della Ferrari. Così l’inglese è pronto a festeggiare il titolo a Città del Messico, proprio come nella passata stagione.

Devo fare le mie congratulazioni a Kimi Raikkonen – ha detto in conferenza il pilota Mercedes, da sempre molto amico del collega – ad Austin ha fatto un lavoro fantastico, senza commettere errori. Grande partenza e poi ha gestito alla perfezione. La Ferrari si è ripresa alla grande”.

Volata finale. Il pensiero di Toto Wolff

Concentrazione e tenacia sono quindi le parole d’ordine del momento: “Nel 2007 mancavano due gare, Lewis era primo con 45 punti di distacco, eppure perse il campionato – tuona Toto Wolff, team principal della Mercedes – Qualcuno avrebbe mai pensato possibile una cosa del genere? Eppure, andò così. Le gare si fanno di domenica e non sempre vince il più veloce. È successo a noi questa estate, abbiamo vinto alcuni Gp senza essere i più veloci. Non è il momento di togliere il piede dall’acceleratore, basta un incidente, un ritiro e tutto svanisce. Capisco che da un punto di vista probabilistico è difficile, ma questo è uno sport in cui tutto può succedere“.

Una stagione da protagonista

Una stagione, questa in corso, che l’ha visto protagonista di gare epiche e difficili. Come il Gran Premio d’Austria, in cui si qualifica secondo ma in gara è costretto a ritirarsi per un problema alla power unit, interrompendo la serie di 33 gare concluse. Oppure il GP di Hockenheim, dove parte dalla quattordicesima posizione e riesce, complice anche il ritiro di Vettel, a vincere lo stesso. Rincorse e sorpassi, fino agli otto podi consecutivi, ultimi quattro di quali finiti in prima posizione.

Una carriera frutto di sacrifici

Una carriera che è frutto di tantissimi sacrifici, soprattutto da parte della famiglia: suo padre arrivò ad avere tre lavori, con i quali riusciva solo in parte a coprire i costi dell’automobilismo. I primi passi del giovane Hamilton infatti furono nel radiocontrollo, dove vinse la categoria junior della British Radio Car Association nel 1992. Quella vittoria gli fruttò anche un regalo: un go-kart a natale, a soli sei anni. Era l’inizio di un sogno. Che ora è diventati un vero e proprio strapotere quello di Lewis Hamilton in Formula 1, paragonabile forse a quello di Marc Marquez in MotoGp. Una supremazia che diventa quasi noia: “Credo che i weekend debbano presentare alcune differenze così da avere una sorta di super fine settimana – racconta il pilota inglese – Ci sono alcuni circuiti dove correre è davvero molto noioso. Ricordo che sono cresciuto guardando la F1 e, dopo le partenze, crollavo e mi addormentavo”.

Ben vengano allora le griglie invertite e nuove modifiche al percorso. E chissà che queste novità non riescano a fermare lo strapotere Mercedes.

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