Finito il week end spagnolo, credo che ogni residuo dubbio sia stato dissipato; quest’ultima gara era forse fra le più attese, sia perché, come da consuetudine è quella dove quasi tutte le scuderie portano i loro più cospicui aggiornamenti e sia perché la pista catalana è da sempre considerata come riferimento per valutare lo “stato di salute” delle monoposto, perché è un mix perfetto di diverse tipologie di tracciato.

Sono tanti gli aspetti da esaminare, non mi voglio limitare a uno sterile esame della gara, anche perché, sebbene sia stata piuttosto avvincente, a mio modesto avviso, non ha lasciato molto spazio alle decisioni dei rispettivi muretti box, essendo scelte quasi obbligate, ma ci arriveremo in seguito.

Comincio ad analizzare la questione degli upgrade, non farò una disquisizione tecnica, perché sono sicuro che ci sarà chi è più titolato e più capace di me a farlo, quindi cercherò di esaminare il tutto con spirito critico; naturalmente mi limiterò alle sole scuderie protagoniste Ferrari e Mercedes, con qualche sbirciatina alla Red Bull.

Cominciamo con la Mercedes, che ha svolto un lavoro titanico per risolvere i problemi che la affliggevano e di conseguenza, aumentare le prestazioni; guardando la gara mi sono reso conto che spesso si è portati ad osservare solo le novità visibili,

Foto Alex Sala

 

trascurando quelle che non sono in vista, così le “zanne” e le altre soluzioni aerodinamiche sono passate in primo piano rispetto ad altre, come la cura dimagrante che hanno imposto alla W08. Una dieta che ha riguardato tantissimi componenti: il cambio, le sospensioni e financo il propulsore (componente che oltre ad essere alleggerito, sembra possa ora contare su una quindicina di cavalli in più rispetto alla specifica precedente). Al riguardo è stato stimato che il sovrappeso complessivo della W08 era di circa 6 kg ed è cosa nota che su una pista come Barcellona tradotto in tempo sul giro, il maggior peso incide per circa due decimi di secondo, pertanto è fuori dubbio che, unitamente alle altre novità introdotte, il pacchetto Mercedes debba aver innalzato sensibilmente il target prestazionale ricercato dalla Mercedes ed anche se si affannano a dire che ancora non sono giunti al “peso ideale”, credo che interventi così massicci non possano che aver inciso tantissimo sul target prestazionale. Tuttavia, quello che mi ha lasciato qualche perplessità, è stato il fatto che per la prima volta in Mercedes hanno aumentato il carico aerodinamico, soprattutto al posteriore e questo è stato ottenuto sia con l’utilizzo di soluzioni inedite che portano un maggior flusso nel sottoscocca, sia usando un’ala posteriore a più elevato carico aerodinamico con annesso monkey seat

Foto Alex Sala

e ciò conferma che il problema maggiore della W08 era proprio da ricercarsi in questo punto, un problema che, evidentemente, aveva il suo effetto anche sull’utilizzo delle gomme. Le perplessità, quindi, riguarda una parziale inversione di tendenza sulla filosofia Mercedes, perché prima si ricercava l’efficienza aerodinamica quasi ossessivamente, mentre ora, molto probabilmente, è stata leggermente sacrificata la prestazione pura per risolvere dei problemi ed è mia convinzione che in tale scelta abbia influito non poco la nuova specifica di power unit in abbinamento con nuovi carbolubrificanti Petronas che con una maggiorata efficienza hanno permesso di caricare maggiormente la W08 ed è d’obbligo evidenziare che su una pista come quella catalana, era prioritario risolvere tali problemi, soprattutto per l’asfalto molto abrasivo che avrebbe potuto mettere in crisi gli pneumatici.

In Ferrari hanno continuato con la politica dei piccoli passi ma costanti,

FOTO @Berrageiz

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per cui non bisogna incorrere nell’errore di valutare solo i singoli aggiornamenti che sono stati introdotti a Barcellona, bisognerebbe guardarli nell’insieme e, finora, la rossa ha perfettamente tenuto il passo con la Mercedes, anche se il lavoro svolto in questo fine settimana sembra essere stato diverso da quello fatto in Mercedes, infatti, se, come ho scritto in precedenza, il lavoro svolto dagli anglo tedeschi era finalizzato ad aumentare il carico aerodinamico, in Ferrari hanno cercato di capire fin dove si potevano spingere nell’alleggerirlo senza perdere in prestazioni e, infatti, durante le prove libere il “doppio monkey seat” è stato utilizzato solo dall’ultima sessione di prove libere,

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Durante libere 1 e 2 la Ferrari non ha usato il monkey seat doppio e e la T-Wing solo sulla vettura di Kimi

inoltre nelle velocità alla speed trap (i dati sono stati rilevati in qualifica per avere condizioni paritarie di valutazione) la Ferrari è al top con 326 km/h contro i 322 della Mercedes, stessa situazione si osserva dando uno sguardo ai tempi settore per settore:

Ferrari:

1° settore: 21.616

2° settore: 29.440

3° settore: 28.055

 

Mercedes:

1° settore: 21.730

2° settore: 29.537

3° settore: 27.647

 

Solo nel terzo la Mercedes è stata più performante, tuttavia sappiamo che né Kimi, né Vettel sono stati perfetti in questo settore, ma non penso che si sia trattato di veri e propri errori di guida, molto probabilmente nel tratto più guidato occorreva un maggior carico aerodinamico e i piloti Ferrari erano veramente al limite, tuttavia, a mio avviso, la scelta è stata il miglior compromesso possibile e, molto probabilmente, se Vettel avesse avuto la disponibilità del nuovo propulsore (che dicono sia accreditato di una quindicina di cavalli in più, oltre al fatto che un’unità nuova offre sicuramente performance migliore, rispetto a un’unità vecchia) avrebbe potuto anche usufruire di qualche grado di ala in più.

Foto @Berrageiz

Per la Red Bull, c’è poco da dire, aggiornamenti quasi inconsistenti, in qualifica sembrava che avessero recuperato molto di più, ma la gara è stata quasi imbarazzante, nonostante il piazzamento a podio di Ricciardo.

Dopo le su estese osservazioni, è interessante notare un parallelismo nei problemi avuti da Bottas e da Vettel, dove entrambi avrebbero dovuto montare una power unit nuova e che, invece, si sono ritrovati a dover utilizzare un’unità vecchia, ma mentre Vettel ha tenuto egregiamente testa a Hamilton, che pure era dotato di propulsore nuovo, Bottas, in qualifica, ha conquistato solo una terza piazza a un nulla da Raikkonen, che però non era stato perfetto nel suo giro e, infatti, egli stesso non era soddisfatto di quanto aveva fatto lamentando troppe sbavature.

Tutto si può dire a Maurizio Arrivabene tranne che non sia di parola, infatti, aveva promesso che sarebbero stati fatti i compiti a casa per migliorare la partenza e così è stato, i due piloti Ferrari sono partiti entrambi bene, ma quel contatto iniziale fra Bottas e Raikkonen ha condizionato l’intera gara, perché con Kimi fuori gioco, la Mercedes ha potuto scegliere le strategie che più si confacevano.

Al giro quattordici, Vettel è ai box per il primo cambio gomme e rientra in pista alle spalle di Ricciardo, ma il tedesco se ne libera quasi subito e si mette all’inseguimento di Bottas raggiungendolo al giro venti, iniziano ora quattro tornate di passione, perché Bottas, con gomma in sostanza finita gira sull’1:28, mentre Sebastian Vettel ha la potenzialità di girare a 1:25 basso, quattro giri che costeranno al tedesco oltre sette secondi, ma, purtroppo questo è il prezzo da pagare quando si combatte in due contro uno solo, infatti, Hamilton che girava sull’1:26 medio, in questi quattro giri è rimasto in pista sul passo dell’1:26,5 approfittando del “tappo” gentilmente offerto da Bottas.

In questo episodio di gara, in tanti hanno provato a fare gli strateghi del lunedì, alcuni ipotizzando che le tempistiche per il pit stop erano sbagliate e altri che fosse sbagliata la scelta della mescola, io sono invece del parere che in Ferrari non avevano altre possibilità, bisogna osservare che intelligentemente Hamilton, stavolta, nelle prime fasi di gara, non è rimasto in scia di Vettel per tentare un improbabile sorpasso, ma ha stabilizzato da subito la sua distanza a circa 2,5”, in questo modo è rimasto indenne da scie negative che avrebbero potuto compromettere l’usura degli pneumatici e solo al giro undici ha cominciato a ridurre la distanza, fino ad arrivare al giro tredici a circa 2”, in questa situazione in Ferrari non avevano altra scelta che rientrare ai box per evitare “l’undercut” ed anche la scelta della mescola soft era obbligata, perché da quello che si era visto durante le prove libere, il delta prestazionale fra le due tipologie di mescole era piuttosto elevato e scegliere un set di medie equivaleva a vanificare la strategia, perché avrebbe consentito a Hamilton di reagire, montando un set di soft per tentare un probabile “overcut”.

Io sono sicuro che in Ferrari fossero pienamente coscienti dei rischi di tale strategia, ma come ho detto, non avevano altra scelta e forse non si aspettavano che Bottas fosse sacrificato in quel modo, anche perché equivaleva a smorzare sul nascere ogni possibilità di un piazzamento migliore per il finlandese e questo non è mai accettato da un pilota che ambisce sempre alla competizione, quindi, se dobbiamo trarre delle conclusioni, è facile ipotizzare due cose: la prima che Hamilton aveva poche speranze di passare in testa senza un aiuto; la seconda che sia Bottas che il muretto box Mercedes erano coscienti che Bottas non aveva possibilità alcuna di terminare la gara in una posizione migliore del terzo gradino del podio.

Hamilton, approfittando dell’aiuto di Bottas, riesce a posticipare il suo pit stop fino alla tornata ventuno, ma nonostante tutto, grazie ai giri veloci effettuati rientra circa quattro secondi dopo il pilota tedesco della Ferrari e avendo indossato gomme medie il distacco da Sebastian Vettel aumenta costantemente, fino ad arrivare quasi a otto secondi.

A cambiare i valori in pista è stato l’intervento della virtual safety car e qui vi sono altri episodi degni di nota, infatti, al box Mercedes tentano di trarre in inganno la Ferrari “fingendo” il pit stop, ma la Ferrari prosegue e non abbocca, ma la Mercedes approfitta dell’ultimo giro in regime di virtual safety car per fare realmente il pit stop e questo gli consente di annullare il vantaggio faticosamente guadagnato dalla Ferrari di Sebastian Vettel, che, a questo punto non può far altro che cercare di riparare finendo il suo pit stop davanti ad Hamilton, ma con gomme medie contro le più performanti soft non aveva molte chance di resistere agli attacchi del pilota inglese…

Dopo aver descritto le fasi salienti della gara, è arrivato il momento di analizzare la gara dal punto di vista critico:

Come è ormai chiaro, la Mercedes ha  portato in Spagna una versione “B” della W08, ma, proprio per questo ci si aspettava qualcosa di più dalla casa di Stoccarda, l’impressione è che in Mercedes abbiano voluto colmare alcune lacune della versione “A” e per farlo, avevano la necessità di intervenire su tutta la vettura, anche sul propulsore, infatti Bottas con il propulsore vecchio, non è stato mai all’altezza di Lewis Hamilton; in gara magari può esserci il dubbio che il contatto con Raikkonen possa aver causato un qualche danno, ma le differenze prestazionali si sono viste già in qualifica, per cui la decisione dei box Mercedes di relegarlo al ruolo di terzo incomodo per Vettel, nasce dalla consapevolezza sia da parte del team che del pilota, che la lotta per il primo posto era un affare interno fra Hamilton e Vettel , Bottas poteva solo ambire ad un “sicuro” terzo posto, stante anche l’inconsistenza della Red Bull superstite di Daniel Ricciardo. Come ho detto, quindi, è probabile che in Mercedes abbiano volontariamente sacrificato la prestazione pura caricando di più la W08, al fine di migliorare in quei settori che prima erano carenti, ma il tutto sempre in funzione di target più elevati in gara, in questo la domanda da porsi è: è riuscita la Mercedes a raggiungere quest’obiettivo?

Da quello che si è visto a Barcellona, direi proprio che la risposta è negativa, questo perché se Lewis Hamilton ha conseguito una meritata vittoria, lo deve più che altro a circostanze favorevoli, che alla bontà degli aggiornamenti; utilizzare il “secondo pilota” per rallentare un arrembante Vettel è una cosa senza precedenti, in un recente passato, mai la Mercedes avrebbe fatto ricorso ad un simile espediente, stessa considerazione per le finte ai pit stop, anche se, in questo caso c’è un precedente eclatante nel 2015, quando nel Gran Premio Di Gran Bretagna, il team di Toto Wolff “fintò” un pit stop per ingannare la Williams ed in quel caso la FIA bacchettò duramente la Mercedes, asserendo che non sarebbero stati più ammessi finti pit stop (verrebbe da chiedersi come mai si sono dimenticati tutti di questa cosa). Lo stesso fatto che per annullare il vantaggio acquisito da Vettel la Mercedes abbia dovuto approfittare dell’ultimo giro utile in regime di virtual safety car, la dice lunga sulle effettive potenzialità Mercedes (in questo, io ci vedo l’unica ingenuità al muretto box Ferrari).

GP USA F1/2016
© FOTO STUDIO COLOMBO PER FERRARI MEDIA (© COPYRIGHT FREE)

Mattia Binotto ha affermato che la lotta per la supremazia in questo campionato, si sarebbe giocata sugli aggiornamenti, ora, alla luce di quanto già detto, questa prima battaglia, nonostante la vittoria Mercedes, sembra sia stata vinta dalla Ferrari, per cui nasce spontanea una ulteriore domanda:

Visto il tenore degli aggiornamenti portati a Barcellona, la Mercedes sarà in grado di evolvere la già ottima W08 nei prossimi appuntamenti?

La preoccupazione di molti tifosi Ferrari è che la Mercedes dopo aver corretto alcuni “difetti congeniti” sulla W08 si possa dedicare all’aspetto velocistico e riprendere la leadership, personalmente non sono tanto d’accordo con questa ipotesi, per una serie di motivi, primo fra tutti vi è il fatto che una tale mole di lavoro richiede un impegno massiccio di uomini e mezzi e vista l’impossibilità di effettuare test su pista, sono soluzioni riscontrate solo in ambiente simulato ed è il risultato di settimane se non mesi di lavoro, per cui sono sempre possibili dei miglioramenti, ma ritengo molto improbabile che si possa introdurre in breve tempo, un altro pacchetto simile a quello portato in Spagna.

Per la Ferrari il discorso è diverso, loro hanno preferito introdurre aggiornamenti mirati ad ogni appuntamento ed attualmente sono in linea con i programmi (anche se l’utilizzo di alcune componenti è già arrivato al numero massimo concesso dal regolamento), per cui possono proseguire tranquillamente secondo quanto programmato.

Per essere completamente onesto, devo dire che quello che mi ha impressionato di più a Barcellona è stato il fatto che nel terzo settore, quello più “guidato”, almeno la W08 di Hamilton è stata assolutamente perfetta e la cosa, da tifoso Ferrari, mi preoccupa in vista del prossimo appuntamento mondiale, però visto che per la prima volta la Ferrari è stata la più veloce in rettilineo, devo  presupporre che sia stata una scelta ben ponderata, forse influenzata anche dal fatto che Vettel non ha potuto utilizzare la nuova power unit, che avrebbe permesso di utilizzare qualche grado in più di incidenza sugli alettoni.

Leonardo Fiorentino

 

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