Il GP del Messico

Siamo al diciottesimo appuntamento del campionato: il GP del Messico.

Cambi di direzione stretti, tornanti, grandi accelerazioni e molte frenate violente. Così si presenta il circuito dei fratelli Rodriguez. Hamilton ha qualche chance di chiudere la corsa iridata. A guastargli le feste può essere solo il suo compagno di sqaudra oramai.

Inoltre, la Ferrari si è dimostrata sempre minacciosa dopo il rientro dalla pausa estiva e per il team del cavallino, il GP del Messico significa dimostrare la propria forza in vista del 2019.

Caratteristiche ambientali

Si citi subito un tratto distintivo della pista in questione: l’altitudine. Questo è un aspetto che di sicuro sposterà la scelta dei tecnici verso superfici aerodinamiche deportanti più cariche. il circuito, infatti, si trova ad una altitudine di 2200 metri sul livello del mare: si perde il 25% della densità atmosferica. Gli alettoni lavorano grazie all’aria che li colpisce e se questa è più rarefatta, perdono efficienza. Con 25% in meno di carico, le auto necessitano di incidenze extra per le loro ali. Questo sarà da tenere in conto per la gara.

Il tracciato

Entrambi dovranno fare i conti con un tracciato molto difficile da interpretare e sul quale la trazione in uscita dalle curve sarà la caratteristica fondamentale per chi vuole stare davanti.

Velocità di percorrenza dei cambi di direzione relativamente basse non consentono di sfruttare a pieno le appendici aerodinamiche predisposte alla generazione della deportanza e, conseguentemente, se i rettilinei non lo impediscono, sarà importante dotare le ali di alte incidenze e di inarcamenti consistenti.

A dimostrazione di quanto detto, come usuale oramai per le analisi tecniche dei circuiti, si visualizzi il primo grafico: il raggio medio delle 16 curve del tracciato del GP del Messico.

(raggio delle curve in metri)

Un altissimo numero di tratti curvilinei affrontati a basse velocità (12 di 16) impedisce alle superfici alari di essere investite da un flusso rapido.

Inoltre, la quantità di curve lunghe, ovvero che compiono un angolo maggiore di 90 gradi, peggiorano ulteriormente le condizioni di lavoro per i componenti aerodinamici a bordo vettura: ben 9 tratti curvilinei superano i 100 gradi di rotazione e molti tra questi sono tornanti. La percorrenza è obbligata a diminuire e le monoposto attraversano molto lentamente le zone in questione, per evitare perdite di aderenza e uscite di pista.

Un ulteriore complicazione è fornita dalle accelerazioni che seguono i tratti curvilinei. Sono molti. anche se non esageratamente lunghi. Attendono le monoposto dopo tornanti o aree tortuose della pista, affrontate con velocità ridotta. In tal senso, i piloti devono poter spingere il piede sull’acceleratore il prima possibile per acquistare nuovamente velocità. Per farlo, devono sicuri che gli pneumatici posteriori aderiscano correttamente all’asfalto. In un caso come il  GP del Messico, solo una adeguata incidenza delle superfici deportanti ed un loro inarcamento accentuato può aiutare ad ottenere la performance corretta in fase di accelerazione. Serve tanto carico aerodinamico

Il rettilineo principale.

Un solo punto sarebbe penalizzato dal ragionamento appena svolto, ovvero, il rettifilo principale: 1300 metri di lunghezza.

Con una percentuale del 50% del tempo trascorso con il volante ruotato, vien da se che non può essere un solo rettilineo a farla da padrone: anche i cambi di direzione acquistano importanza e devono essere tenuti in conto. A quanto sembra, durante il GP del Messico, questi assumono un livello di interesse per i tecnici pure più alto della riduzione di resistenza aerodinamica sui tratti dritti.

Conclusioni.

Arrivando alle conclusioni, potrebbe essere corretto aspettarsi profili particolarmente carichi. Anche l’assetto Rake sarà un fattore da valutare: le angolazioni assunte dai fondi piatti rispetto all’asfalto saranno particolarmente alte.

Richiamate come esempio, si inseriscono una serie di immagini dal gp del 2017, che possano confermare quanto discusso nel presente articolo.

Alettoni posteriori molto carichi per le vetture.

Rake angle notevoli per il GP del Messico.

Non è ancora detta l’ultima parola. Voce alla pista.

Dall’ing Alberto Aimar

Segue il video dell’on board lap di Daniel Ricciardo, pole man del GP del Messico 2018. LINK

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A proposito dell'autore

Laureato in ingegneria magistrale aerospaziale, opero nel campo dell'ingegneria per l'automobilismo da tempo, sono giornalista sportivo da 3 anni, e sono appassionato di tecnica e aerodinamica! contattami per qualsiasi richiesta o parere per condividere assieme il nostro interesse verso le competizioni motoristiche!

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