La Formula 1 è un grande sport che porta con se un sacco di lavoro, un sacco di tifosi sparsi per tutto il mondo e che coinvolge economicamente un sacco di ambiti diversi ma che si intersecano tra di loro. Le gomme ad esempio, sono un elemento essenziale per la buona riuscita di un Gran Premio e tutto tranne che scontate, ogni team seleziona la quantità dei vari compound che desidera portare in un Gran Premio e Pirelli, fornitore unico, equipaggia i vari team.

Ferrari f1 2022
Ferrari f1 2022

Ma nel 2022 c’è stata una grande rivoluzione delle monoposto che ha portato con sè inevitabilmente anche una rivoluzione a livello di pneumatici, una tra le più difficili insieme forse a quella avvenuta tra il 2016 e il 2017, come ha sottolineato Mario Isola ai nostri microfoni nel paddock di Singapore. Nello corso dello scorso anno infatti le Pirelli è stata chiamata a superare un compito difficile, uno dei più ardui mai affrontati: progettare e sviluppare le nuove gomme senza avere concretamente le nuove monoposto con cui effettuare delle prove e campire in che direzione potersi muovere per migliorare, ed ecco che ancora una volta entra in soccorso l’informatica.



È sempre difficile quando tu non hai una vettura rappresentativa su cui fare la validazione finale perché il lavoro che viene fatto non è solo il test in pista” ci spiega Mario Isola, il concetto che sta alla base è che vengono utilizzati dei modelli informatici digitali che vengono passati dalle Scuderie a Pirelli con cui vengono fatte delle simulazioni per capire poi in che direzione migliorarsi, “per dare un’idea l’anno scorso noi avevamo disegnato una settantina di prototipi diversi [di gomme ndr] e ne abbiamo provati in pista una trentina, proprio perché viene fatto tutto un lavoro a monte del test finale di validazione, ma il test finale di validazione fatto con le vetture rappresentative […] chiaramente ha un altro valore rispetto a un test di validazione fatto con delle mule car […] Per cui è chiaro che ci sono delle difficoltà, però non è stato l’unico anno in cui abbiamo avuto difficoltà del genere” riferendosi proprio alla transizione 2016/2017 con le monoposto del nuovo anno che viaggiarono 5/6 secondi al giro più veloci.

Ma i miglioramenti non si compiono solo di anno in anno e proprio come le scuderie di Formula 1 sviluppano e migliorano le loro monoposto cosí anche in Pirelli il focus è incentrato al costante miglioramento degli pneumatici, l’unica differenza è che le gomme per regolamento devono rimanere invariate durante la stagione in corso e cosí il famigerato gruppo di pneumatici italiano focalizza le forze per l’anno a venire. Per il 2023 si punta infatti a ridurre il sottosterzo generato a basse velocità (che tanto da fastidio a piloti come Verstappen) e Mario conferma che si continua a procedere in questa direzione, oltre ad aggiustare il grip di varie mescole in maniera tale che queste presentino un grado di differenziazione equiparabile tra di loro (che cioè la differenza tra C1 e C2 sia quasi uguale a quella tra C3 e C4 ed evitare troppi sbalzi di grip tra un compound e l’altro.

Mentre in merito alla nuova direttiva tecnica introdotta dalla FIA per limitare il porpoising Mario non crede che abbia avuto effetti rilevanti sulle gomme “si è parlato molto perché chiaramente il porpoising all’inizio era stato qualcosa di inatteso che aveva avuto un effetto sugli pneumatici” ovviamente il continuo sobbalzo verticale della vettura aveva implicazioni anche sulle gomme, ma in ultima analisi Isola non crede che la suddetta direttiva abbia influito drasticamente, anche perché tutti i team stavano già intraprendendo azioni per limitare il porpoising. Ha concluso l’italiano a capo della divisione Formula 1 di Pirelli.

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