analisi gara jedda
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Formula 1 GP di Jeddah – Analisi telemetrica dello scontro Verstappen – Hamilton

Che la pista di Jeddah non fosse esattamente adatta alla Formula 1 era chiaro più o meno a tutti (escluso Liberty Media che ragiona solo col petrodollaro): pericolosa, angusta, piena di muri, nessuna vera via di fuga. Che non ci sia scappato il ferito grave è stato già un successo (quanto successo al via della F2 non va considerato perché un incidente così può capitare su ogni griglia di partenza…certo magati avere avuto dell’erba o dell’asfalto invece dei muri a bordo pista, magari avrebbe aiutato).

Non bastasse tutto questo, Verstappen, Hamilton e Michael Masi ci hanno messo pesantemente del loro (chi più chi meno) per ingarbugliare ancora di più il tutto: bandiere rosse inutili, VSC interminabili e, soprattutto, una indecorosa e censurabile mano del mercante in fiera al momento della seconda ripartenza.

Tornado invece a parlare di Formula 1 invece, Verstappen non approfitta del primo (ed unico) match point a sua disposizione e, anzi, allo sventolare della bandiera a scacchi si vedere raggiunto a pari punti dal rivale inglese, rimandando tutto all’ultimo appuntamento ad Abu Dhabi, dove si prevede uno showdown rusticano degno della miglior Suzuka targata 1990 (certe ferite non si rimarginano mai).

Con il consueto aiuto della telemetria andiamo ad analizzare il momento clou del Gran Premio, il tamponamento al giro 37 tra Hamilton e Verstappen. In questa sede non si ha alcuna intenzione di dare giudizi o assegnare colpe all’uno all’altro, procederemo semplicemente ad illustrare cosa ci raccontano i dati e lasceremo libero chi legge di trarre le proprie debite conclusioni sul caso.

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All’uscita di Curva 24, Verstappen non affonda il piede sull’acceleratore ed anzi, rispetto ad Hamilton che è flat out inizia a parzializzare per lasciare avvicinare l’inglese (PUNTI 1 e 2), con ben 30 km\h di velocità in più.

La regia televisiva del Gran Premio non ci mostra il momento esatto in cui dal muretto box Red Bull inviano l’ordine di “give position back” a Verstappen, ma è logico pensare che in quel momento sia lui che Hamilton fossero a conoscenza che dovesse avvenire uno scambio di posizioni.

Fondamentale però è quello che Lambiase (ingegnere di pista di Verstappen) aggiunge via radio dopo il “give position back”, ovvero “Obviously do it strtegically” che tradotto significa “non dargli alcun ulteriore vantaggio oltra la posizione”.

E non a caso quindi, Verstappen solleva il piede e fa avvicinare Hamilton proprio in prossimità della zona DRS posta all’uscita di Curva 27, così da potersi immediatamente riaccodare alla Mercedes, sfruttarne la SCIA ed il DRS e riattacare subito l’inglese sul lungo rettilineo principale.

Hamilton, che però non è nato ieri, non abbocca e capisce cosa vuol fare la Red Bull…ed a quel punto solleva il piede dal gas prima (PUNTO 3) e per sicurezza (visto che l’olandese ha proprio mollato il gas PUNTO 4) frena poi (PUNTO 5).

Dato che nessuno dei due desiste dal proprio intento, frenano allo stesso momento per un periodo prolungato (RIQUADRO VIOLA PUNTO 6). Mentre a quel punto Verstappen frena e basta, Hamilton pare indeciso sul da farsi e inizia a fare una sorta di tira e molla con l’acceleratore (PUNTO 7).

A quel punto, l’olandese da uno strappo riaccelerando per poi rimollare nuovamente il gas (PUNTI 8 e 9) con Hamilton che sembra reagire tardi all’allungo (PUNTO 10) e proprio mentre sta riaccelerando forse preoccupato che Verstappen possa scappargli, l’olandese frena (PUNTO 11) cogliendo di sorpresa Hamilton che nel frattempo si era inspiegabilmente incollato agli scarichi della Red Bull non riuscendo ad evitare l’impatto nonostante la frenata molto in ritardo (PUNTO 12).

Il resto, è storia.

Appuntamento quindi ad Abu Dhabi fra meno di sette giorni, per vedere se Hamilton infrangerà l’ennesimo record diventando l’unico pilota a vincere 8 titoli mondiali, o se invece sarà Verstappen ad iscrivere il proprio nome nell’olimpo dei più grandi.

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