Ferrari F1 Leclerc – La vita, si sa, è difficilmente prevedibile.
E ciò che sembrava assodato soltanto pochi anni fa può crollare improvvisamente nello spazio di qualche settimana.
Il 21 aprile 2022, la Ferrari a trazione Binotto proponeva a Carlos Sainz un rinnovo del contratto fino al termine della stagione 2024.
Nonostante un avvio di stagione tutt’altro che esaltante, lo spagnolo arrivava da una ottima stagione 2021, addirittura migliore di quella del compagno di squadra; quinto lo spagnolo, al termine della stagione 2021, settimo il monegasco.
Non sembrava quindi per nulla azzardato equiparare i due piloti nella data di scadenza del contratto.

Secondo la voce autorevole di Roberto Chinchero su Motorport, otto mesi sono stati sufficienti perché sul tavolo di Frederic Vesseur, nuovo team Principal della squadra di Maranello, le priorità strategiche cambiassero notevolmente: secondo il giornalista, infatti, il piano strategico della Ferrari prevede ora il rinnovo del monegasco nel più breve tempo possibile.
Secondo le indiscrezioni presentate dal giornalista infatti, la Ferrari punterebbe a ripetere l’esempio di McLaren e Red Bull nel confermare quella che ad oggi è, risultati alla mano, la propria punta di diamante, blindandola per i prossimi anni.
Questo in aggiunta ad aver già firmato, col pilota, il contratto più lungo della storia della Ferrari, dal 2019 al 2024.

Red Bull, poco dopo il rocambolesco finale del mondiale 2021, ha proposto a Max Verstappen un rinnovo praticamente eterno, che legherà il pilota olandese alla scuderia inglese fino al termine del 2028, nonostante il preesistente contratto del pilota campione del mondo fosse già valido fino al termine del 2023.
McLaren, dal canto suo, messo a tacere le voci che insidiavano Lando Norris all’inizio del 2022, rinnovando il pilota inglese fino a fine 2025.

Comportamento inusuale questo, da parte delle squadre di Formula 1.
Negli anni passati siamo stati abituati a contratti di durata massimo biennale, per quanto concerne i piloti.
A cambiare questo approccio sono stati probabilmente la volontà delle squadre di mantenere stabilità tecnica e promuovere una immagine di brand, vitale nell’era social, evitando di doversi privare dei propri campioni in maniera improvvisa qualora questi ultimi si trovassero attratti da altre offerte.
L’operazione è resa paradossalmente più facile dalla presenza del budget cap, che, limitando le spese per infrastrutture e sviluppo, lascia liberi gli stipendi dei manager e dei piloti.
Compagini che fino a due o tre anni fa arrivavano a spendere molto più di 200 milioni di dollari nel budget annuale, si trovano con cifre in eccedenza, liberate dal limite a 155 milioni in vigore nel 2023.

Nel caso del pilota monegasco, tuttavia, l’aspetto legato al mantenimento dello status quo potrebbe addirittura passare in secondo piano rispetto ad un pericolo niente affatto irreale: è nota infatti la stima di Toto Wolff nei confronti del pilota della Ferrari, ed il pericolo che si prospetta a Maranello è che, in caso di una stagione fallimentare o comunque al di sotto degli standard fissati nel 2022, e ad una contemporanea rinascita della Mercedes, possa seguire l’abbandono da parte di Charles leclerc .
Questa possibilità, per quanto vaga, potrebbe diventare realistica in caso Lewis Hamilton decidesse di ritirarsi nei prossimi due anni; il pilota inglese infatti, oltre ad essere distratto dalle sirene di Hollywood, dall’impegno sociale e da investimenti di altissimo livello, si ritrova pericolosamente vicino ai quarant’anni, età alla quale finora soltanto Fernando Alonso è stato in grado di mantenere una competitività apprezzabile, o addirittura proporre dei miglioramenti, in Formula 1.
Di certo non ci sono motivi per dubitare della dedizione del campione inglese, così come del perdurare del suo talento nei prossimi anni, ma non si può nemmeno escludere che gli interessi di Hamilton lo portino progressivamente lontano dalla quotidianità dello sport dei motori, soprattutto nei due casi estremi: dovesse vincere l’ottavo titolo nei prossimi due anni, o fosse completamente insoddisfatto dalla competitività Mercedes.

Mettendosi invece nei panni del monegasco, è chiaro che non deve essere sfuggito al pilota della Ferrari l’ascesa del coetaneo Max Verstappen, così pure come quella ormai assodata dell’inglese George Russell.
Dovesse la Ferrari risultare poco competitiva, o comunque poco efficace in termini di risultati di squadra per il 2023, Leclerc si troverebbe a dover guardare, dall’alto dei suoi 126 gran premi disputati -al termine della stagione 2023-, una carriera priva del conforto di un mondiale in bacheca.
Giunti a questo punto, si tratta soprattutto di questioni puramente tecniche; se la Ferrari sarà in grado di garantire al proprio pilota una situazione tecnica è una vettura all’altezza del proprio blasone, non ci saranno problemi:il pilota ha confermato molte volte l’amore nei confronti della squadra italiana.
In caso contrario, potrebbero aprirsi scenari difficilmente preventivabili soltanto un anno fa.

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