Brundle accusa Verstappen: “Ha ignorato le curve in Messico, serviva una penalità esemplare per tutelare la credibilità della Formula 1”.
La Formula 1 nel 2025 continua a far discutere per la partenza del Gran Premio del Messico e per la mancata penalità a Max Verstappen. Anche parte della stampa inglese ritiene che l’olandese avrebbe dovuto essere sanzionato, evidenziando ancora una volta la variabilità dei giudizi tra gli steward e la confusione regolamentare che mina la credibilità del Circus. A confermarlo anche l’opinione di Martin Brundle, secondo cui Verstappen avrebbe meritato una penalità severa.
Brundle accusa Verstappen: “Ha ignorato le curve”
Durante il podcast Sky F1 Show, l’ex pilota e commentatore Martin Brundle ha analizzato la controversa partenza del Gran Premio del Messico. Secondo il britannico, Verstappen avrebbe “fatto nessuno sforzo per restare in pista”, tagliando completamente le curve 1, 2 e 3 dopo essere arrivato lungo in frenata.
“Max ha accelerato sull’erba, guidando in modo abilissimo, ma non ha neanche provato a girare. Per me meritava una penalità, forse anche un drive-through per dare un deterrente chiaro a queste manovre”, ha dichiarato Brundle.
Il commentatore ha inoltre sottolineato come la restituzione della posizione a Hamilton non basti a cancellare l’infrazione: “Il vantaggio resta, anche se cede un posto. Serviva un segnale forte”.
Villeneuve difende Verstappen: “Ha rischiato ma non ha infranto le regole”
Jacques Villeneuve, campione del mondo 1997, ha espresso una posizione opposta. Per lui, Verstappen ha agito al limite ma senza violare il regolamento.
“L’intento è difficile da valutare. Per le regole, era davanti a Russell e ha restituito la posizione, quindi non c’è infrazione. Da un punto di vista sportivo sì, meritava una sanzione, ma il regolamento è scritto male”, ha spiegato Villeneuve.
Secondo l’ex pilota canadese, la FIA deve intervenire sulla chiarezza normativa, perché i piloti ormai sanno di poter sfruttare le vie di fuga senza reali conseguenze.
Anche Leclerc nel mirino: “Pure lui andava penalizzato”
Brundle ha poi esteso le critiche anche a Charles Leclerc, protagonista di un’azione simile alla prima curva. Il monegasco, stretto tra Norris e Hamilton, ha tagliato Turn 2 per evitare il contatto e si è ritrovato in testa.
“Almeno Charles ha provato a girare, ma poi ha deciso di tagliare. Anche in quel caso, per me, 10 secondi di penalità sarebbero stati corretti”, ha spiegato Brundle.
Villeneuve ha aggiunto: “Era dietro a Hamilton e ha accelerato sapendo che davanti aveva il compagno di squadra. Se ci fosse stata ghiaia o un muro, nessuno avrebbe tentato una manovra simile”.
Il nodo delle vie di fuga e la credibilità della Formula 1
Entrambi gli ex piloti concordano su un punto: la conformazione delle curve e l’assenza di barriere fisiche spingono i piloti a rischiare di più. “Chi resta in pista viene penalizzato, e chi taglia spesso ne esce indenne”, ha osservato Brundle.
Questo alimenta una percezione di incoerenza che, unita al cambio continuo degli steward, contribuisce a indebolire la credibilità della Formula 1. Ogni weekend sembra aprire a nuove interpretazioni delle stesse regole, rendendo la gestione sportiva sempre più confusa.
Analisi finale
L’episodio di Città del Messico è l’ennesimo esempio di una Formula 1 che fatica a garantire uniformità nelle decisioni. Brundle e Villeneuve rappresentano due facce della stessa medaglia: da un lato la richiesta di rigore, dall’altro la constatazione di regole mal scritte. Per il bene dello sport, serve un intervento deciso della FIA per restituire coerenza e credibilità alle sanzioni in pista.
Fonte: Sky Sports F1 / F1 Show Podcast
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