James Allison ha rivelato che gli ingegneri della Mercedes sono incerti sul funzionamento del fondo introdotto a Spa e utilizzato in Olanda.
La grande delusione del GP d’Olanda è stata senza dubbio la Mercedes. Dopo aver vinto tre degli ultimi quattro Gran Premi prima della pausa estiva, il settimo e ottavo posto di George Russell e Lewis Hamilton a Zandvoort ha segnato una brutta battuta d’arresto. Il sette volte campione del mondo ha compromesso il suo weekend al sabato, quando è stato eliminato nel Q2 e ha ricevuto una penalità di tre posizioni in griglia per impeding, mentre il giovane inglese ha perso ritmo dopo il primo stint ed è stato costretto a fermarsi ai box per la seconda volta. Dopo la gara, Toto Wolff aveva lasciato intendere che l’assetto scelto dal team dopo aver reintrodotto il nuovo fondo (quello rimosso dopo le libere di Spa) avesse inciso negativamente sull’andamento del weekend. Un punto di vista che anche James Allison ha confermato pochi giorni dopo.
“Non sappiamo con certezza come ha funzionato il fondo.” – ha dichiarato il Direttore Tecnico della Mercedes nel resoconto del weekend di Zandvoort – “Con i calcoli che abbiamo fatto, possiamo confermare che ha fornito il carico aerodinamico che ci aspettavamo. Da questo punto di vista, possiamo rallegrarci e dire che ha funzionato. Tuttavia, una componente fondamentale delle monoposto di quest’anno è la loro guidabilità: quando si introducono degli aggiornamenti non bisogna considerare solo il carico, bensì anche il bilanciamento nelle curve a tutte le diverse velocità. Sappiamo con certezza che lo scorso weekend la nostra vettura non era bilanciata e per questo abbiamo perso molto passo. Adesso dobbiamo essere aperti e verificare nelle prossime gare se la causa è stato il nuovo fondo, il pacchetto aerodinamico o altro.”
Allison ha poi spiegato come il cattivo bilanciamento della W15 ha influenzato negativamente il weekend olandese: “[…] Per chissà quale motivo, questo weekend abbiamo messo in pista una monoposto che girava sul filo del rasoio. Era troppo incline a scattare e perdere grip al posteriore quando i piloti cercavano di spingere, come in qualifica. La macchina era in grado di produrre un buon giro, ma per farlo i piloti dovevano riuscire a mantenere su un binario questa vettura molto puntata. Il minimo scivolamento al posteriore, che poteva essere provocato anche da una raffica di vento, mandava la temperatura superficiale delle gomme posteriori alle stelle. A Zandvoort le curve si susseguono velocemente e non ci sono lunghi rettilinei per raffreddare gli pneumatici, quindi bastava una scodata per mandare in fumo il giro. Questo è ciò che è accaduto a Lewis in Q2 e a George in Q1.”
Foto: Alessandro Martellotta per Newsf1.it