F1 Mclaren – Andrea Stella rompe il silenzio dopo la doppia squalifica di Norris e Piastri a Las Vegas. Il team principal spiega le vere cause del problema e smonta definitivamente le teorie complottiste sulle presunte “placche di titanio espandibili”. Una ricostruzione tecnica che ribalta molte fantasie circolate online.

Stella chiarisce: porpoising anomalo e danni imprevisti, non complotti
Andrea Stella ha messo subito ordine nella vicenda della doppia squalifica McLaren al GP di Las Vegas, spiegando in modo diretto e tecnico cosa ha portato entrambe le vetture a violare il limite minimo di usura del plank. Niente trucchi, niente materiali “miracolosi”: solo un comportamento anomalo della MCL39.
Secondo Stella, durante la gara le due monoposto hanno mostrato livelli di porpoising inaspettati, molto più intensi rispetto a quelli osservati nelle tre sessioni di prove, causando contatti ripetuti e più violenti con l’asfalto. A questo si sono aggiunti danni accidentali al fondo rilevati solo dopo la bandiera a scacchi, che hanno reso la struttura meno stabile e più soggetta a oscillazioni verticali.
Il risultato è stata un’usura del plank superiore al valore consentito.

La stoccata agli “esperti del titanio”: nessun materiale fa miracoli
Le parole di Stella confermano esattamente ciò che abbiamo spiegato nel nostro video: il celebre complotto delle placche di titanio che si espandono col calore per sollevare il plank… semplicemente non esiste.

Dal punto di vista ingegneristico è un racconto privo di qualsiasi fondamento tecnico.
Non c’è un materiale metallico che possa espandersi selettivamente verso l’esterno in modo controllato da sollevare un componente strutturale, senza distruggersi o deformare la vettura. Né esiste una lega segreta che permetta magie in stile “attivatore termico”.
L’usura del plank si controlla con assetto, altezze da terra, rigidezze del fondo, calcolo del porpoising e simulazioni dei carichi verticali. Non con placche o blocchetti fantascientifici.
Il fatto che McLaren stessa abbia spiegato come i problemi siano nati da oscillazioni verticali imprevise e danni accidentali al floor chiude ogni discussione.

Norris: frustrazione, ma si guarda al Qatar
Lando Norris ha ammesso che la perdita dei punti pesa, soprattutto in un momento del mondiale così delicato. Il britannico mantiene ancora un margine su Verstappen, ma la squalifica cancella una prestazione solida e costringe la McLaren a una reazione immediata.
Piastri: “Reset e si riparte”
Oscar Piastri ha sottolineato la delusione per l’esito finale, ma ha ribadito la necessità di resettare e spingere al massimo nelle ultime due gare della stagione, entrambe su circuiti storicamente favorevoli al team.
McLaren si assume la responsabilità e prepara la risposta
Stella ha voluto ribadire le scuse verso piloti, partner e tifosi, riconoscendo che l’episodio arriva in un momento della stagione in cui ogni punto è cruciale. La squadra analizzerà ogni dettaglio per evitare che un comportamento anomalo del fondo possa replicarsi.
Il nodo tecnico del fondo 2025: un equilibrio sempre più fragile
La squalifica di McLaren mette anche in luce un tema sempre più evidente nella Formula 1 moderna: la gestione millimetrica dell’altezza da terra. Con vetture 2025 estremamente sensibili al porpoising e alla rigidità del floor, basta un piccolo danno, un cambio di vento o un escalation del bouncing per alterare completamente le misure del plank. È un equilibrio dinamico, quasi impossibile da mantenere perfettamente costante per tutta la durata di un GP, e ogni squadra vive sul filo tra prestazione e rischio regolamentare. Proprio questo scenario spiega perché i complotti sulle “soluzioni miracolose” fanno sorridere: la realtà tecnica è molto più complessa e richiede precisione ingegneristica, non materiali immaginari o trucchi da fantascienza
Analisi finale
La vicenda di Las Vegas non solo chiarisce la dinamica tecnica della squalifica, ma archivia definitivamente una narrazione complottista che non ha alcuna base ingegneristica. L’episodio mostra quanto il comportamento del fondo sia delicato e quanto un danno non rilevato o un porpoising fuori scala possano compromettere l’intera gara. Ora McLaren dovrà concentrarsi su Qatar e Abu Dhabi, dove ogni millimetro di altezza da terra può fare la differenza nella lotta contro Verstappen.
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