Di fronte a una Ferrari in crisi tecnica e identitaria, Charles Leclerc sbatte il pugno sul tavolo: basta indicazioni unificate, da ora si seguirà la sua strada. L’obiettivo? Ritrovare sé stesso, e riportare competitività in una monoposto che oggi pare smarrita.
Doveva essere l’anno della rinascita, il trampolino verso un campionato finalmente combattuto alla pari con Red Bull, Mclaren e Mercedes. Invece, nel giro di appena un mese, la Ferrari è passata dall’entusiasmo di Milano al disincanto di Suzuka. Quarta nel Mondiale Costruttori, due squalifiche a bilancio, e una coppia di piloti che, anziché convergere verso uno sviluppo comune, si divide su due strade opposte. Il punto di rottura? Sabato sera in Giappone.
Secondo quanto riportato da Fulvio Solms, al Corriere dello Sport, Charles Leclerc avrebbe annunciato ai vertici del team: “Basta, vado per la mia strada”, segnando di fatto la fine di una gestione tecnica condivisa con Lewis Hamilton, che da inizio stagione sembrava ispirare l’intero assetto della SF-25. Una scelta forte, maturata dopo settimane di frustrazione e risultati che non hanno mantenuto le promesse.
Una Ferrari a due teste
“Ho una direzione molto chiara che voglio prendere per quello che è il mio stile di guida, e spero che paghi” – ha dichiarato il monegasco al termine del GP del Giappone. Parole che non lasciano spazio a dubbi: Leclerc vuole tornare a plasmare la macchina secondo le sue sensazioni, senza più adattarsi a uno sviluppo forse troppo orientato verso Hamilton, ancora in fase di ambientamento in rosso.
La nuova linea tecnica rappresenta una scommessa. Ma anche una presa di responsabilità: separare i box in due filosofie progettuali, pur non essendo inusuale in F1, è un segnale che a Maranello qualcosa scricchiola, soprattutto nella comunicazione interna. A complicare il tutto, la mancanza di una direzione univoca anche tra i vertici: per Leclerc servono sviluppi, per Vasseur bisogna prima risolvere il bilanciamento, per Hamilton “la mia macchina ha un deficit rispetto a quella di Charles”.
Il peso delle aspettative e l’effetto Hamilton
Fin dal suo arrivo, Hamilton ha portato con sé un’onda di attenzione e di influenza tecnica che potrebbero, forse, aver condizionato anche le prime scelte ingegneristiche. Ma oggi, sebbene il sette volte iridato lamenti ancora problemi con il posteriore e una monoposto difficile da domare, è Leclerc a detenere un vantaggio sul compagno in termini di risultati e fiducia.
In questo clima incerto, l’approdo di Loïc Serra, ex capo dello sviluppo Mercedes, dovrebbe essere la chiave per rimettere ordine e velocità. Ma anche su questo fronte, il tempo stringe: i rivali evolvono, mentre Ferrari è ancora ferma a decidere chi deve essere ascoltato.
Sakhir come crocevia: sfida ai dati e alle decisioni
Il GP del Bahrain rappresenta un ritorno al punto di partenza, ma con la consapevolezza che ogni errore di interpretazione ora può diventare fatale. La McLaren, ad esempio, potrà sfruttare i dati dei test invernali per ottimizzare. Ferrari, invece, dovrà prima capire se i dati erano corretti, o se la macchina era già “sbagliata” in partenza. Intanto si parla di un fondo rivisitato, ma anche su questo ci sono visioni discordanti sull’opportunità di usarlo ora o rimandare.
Leclerc, anima della rivoluzione? Ed Hamilton
In un team ancora scosso da cambiamenti e innesti recenti, Leclerc si assume il rischio di cambiare rotta, puntando su sé stesso come faro tecnico e mentale. Non è un atto di ribellione, ma un gesto di leadership, forse l’unico in grado di scuotere una Ferrari troppo spesso paralizzata tra nostalgia e futuro. Hamilton dal canto suo, deve ancora innestarsi bene con i meccanismi della scuderia modenese, ma siamo sicuro che lo farà presto, molto presto, d’altronde è un 7 volte campione del mondo, sa di che profumo è fatta la strada per il successo, ed il suo peso, non è certamente preso alla leggera dai vertici di Maranello. Il tempo saprà dirci se sarà così o no.
Sarà la scelta giusta? Solo il cronometro e le classifiche potranno dirlo. Ma una cosa è certa: la pazienza è finita, anche per chi la Rossa la guida con il cuore.
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