Dopo l’enorme successo dell’evento di Austin, la F1 è certa di aver fatto breccia nel cuore di molti americani. E adesso non vuole fermarsi.

Tra le immagini più iconiche della stagione 2021 di F1 rimarrà sicuramente quella delle tribune gremite del circuito di Austin, dove domenica scorsa si è tenuto il GP degli Stati Uniti. Si tratta di qualcosa di mai visto nel paese a stelle e strisce: secondo i dati diffusi dal circus, infatti, nell’arco del weekend sono giunti al Circuit of The Americas 400.000 spettatori, un record assoluto per un evento negli States e un gigantesco passo avanti rispetto ai 268’000 appassionati che hanno assistito all’edizione 2019. Al tempo questo risultato venne percepito come un inaspettato successo, spinto dall’istantanea popolarità della prima stagione della serie Drive to Survive. Due anni e due stagioni dopo, l’effetto Netflix e la straordinaria lotta mondiale tra Max Verstappen e Lewis Hamilton hanno prodotto questi incredibili numeri, che confermano la bontà del lavoro di Liberty Media nell’attrarre il pubblico statunitense.

I dati dell’affluenza in autodromo sono rinforzati anche da quelli dell’audience televisiva, cresciuta moltissimo rispetto al 2019. Secondo quanto riportato da ShowbuzzDaily.com, gli spettatori del GP degli Stati Uniti sono stati 1.225.000 circa, contro gli 861.000 di due anni fa, per un incremento del 42%. Questi numeri possono sembrare poco impressionanti, ma bisogna sottolineare che la gara si è tenuta in contemporanea a numerosi altri eventi sportivi di rilievo negli USA, in particolare la NFL (30 mln di spettatori totali nella stessa fascia oraria) e la NASCAR. La grande competizione ha dunque limitato i possibili ascolti del circus, che dovrà riuscire nei prossimi anni a ritagliarsi uno spazio meno congestionato nel mondo televisivo americano. In questo senso, il GP di Miami dell’8 maggio 2022 potrebbe rappresentare un evento molto rappresentativo per la F1, dato che non sarà in competizione con il football americano.

A proposito di nuovi eventi, nelle ultime settimane ha preso piede l’ipotesi di un terzo Gran Premio negli Stati Uniti, confermata anche da Ross Brawn. La destinazione prescelta sarebbe Las Vegas, dove il circus ha già corso nel 1981 e 1982, con scarsissimi risultati in termini di pubblico e di qualità del circuito, realizzato nel parcheggio del Caesars Palace. Da allora, tuttavia, la situazione è molto cambiata e la proposta di una gara su un tracciato cittadino sembra essere stata presa in esame da Stefano Domenicali, che ad Austin ha chiacchierato con dei rappresentanti dello stato del Nevada. Qualora il piano dovesse andare in porto (non è facile, viste le difficoltà incontrate per realizzare il progetto Miami), la F1 potrebbe sbarcare nella “città del peccato” dal 2023, realizzando il sogno di Liberty Media di disputare tre gare in tre aree geografiche ben distinte degli USA (costa Est, costa Ovest e sud).

A conferma dell’aumento dell’interesse nel paese c’è anche il fatto che i vari promoter non temono affatto la competizione con eventuali altre gare statunitensi. Bobby Epstein, proprietario del COTA, ha infatti sottolineato ad ESPN che: “I biglietti per il GP di Miami saranno presto esauriti, a meno che non lo siano già. Si tratta di un primo evento su un nuovo circuito, quindi penso che non siamo in competizione per la stessa clientela. Sono eventi differenti e penso che con il tempo ciò diventerà chiaro, serve che ciascun Gran Premio sviluppi il proprio carattere e la propria personalità. I primi due anni saranno un successo di pubblico garantito, lo abbiamo visto anche noi nonostante nei primi anni i nostri eventi fossero nettamente peggiori rispetto a quelli di oggi. Nel frattempo abbiamo imparato molto. Quindi credo che Miami sarà un successo nelle prime stagioni, poi speriamo che la F1 riesca ad aumentare ancor di più in termini di pubblico così da far entrare Las Vegas in calendario e proseguire la crescita della categoria negli USA. Siamo sulla strada giusta”.

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Bisogna dunque sottolineare come Liberty Media stia tenendo fede alla sua promessa di incrementare la passione per la F1 oltreoceano, riuscendo anche a reindirizzare il circus nella giusta direzione dopo i disastri dell’ultima fase della gestione Ecclestone. Gli Stati Uniti rappresentano un mercato chiave per il benessere globale della categoria regina, e va da sé che una terza gara negli States porterebbe senza alcun dubbio enormi benefici al circus sotto vari punti di vista, per primo quello economico. Viene tuttavia da chiedersi se ciò non rappresenterebbe un’esagerazione, dato che con ogni probabilità richiederebbe un’ulteriore estensione del calendario. Ai 23 eventi del prossimo anno, nel 2023 si aggiungerà certamente un quarto Gran Premio nella Penisola Arabica, in Qatar; con ogni probabilità la Cina tornerà in calendario; oltre a Las Vegas, anche il Sudafrica si è candidato a rientrare in F1. Quali Gran Premi rischierebbero di essere sostituiti? C’è il rischio che le gare in una stagione diventino troppe? Si eviterà di spremere oltre misura lo staff delle varie scuderie? Starà a Liberty gestire negli interessi del circus e degli appassionati questa situazione.

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