Era l’estate del 2019, il 4 Agosto. Nel Gran Premio d’Ungheria Vettel arrivò terzo a più di un minuto di distacco dalla Mercedes di Hamilton con una sensazione di inferiorità e impotenza che non si era mai vista negli ultimi anni.

Un Sebastian Vettel sconsolato a fine corsa disse: “Dobbiamo lavorare tanto, ricaricare le batterie”.
Anche Mattia Binotto sottolineò quanto fosse importante la sosta estiva per la Ferrari per poter colmare il gap con le frecce d’argento e ripartire carichi per il seguito della stagione.
Il problema principale da risolvere, che si evidenziò chiaramente in Ungheria, fu quello dell’aerodinamica. Un problema che ha afflitto la Ferrari dall’inizio della stagione di F1.
Il motore era già da primato, e al ritorno dalla pausa estiva, prima sulla pista di SPA-Francorchamps e poi nella bellissima vittoria a Monza, davanti agli occhi del pubblico di casa, si espresse in tutta la sua grandezza e potenza.


Addirittura la velocità di Hamilton con il DRS attivo, confrontata con la Ferrari di Leclerc davanti, senza scia e DRS, fu inferiore di qualche km/h tanto da non permettergli di superarlo sui rettilinei.
E poi…
Nel viaggio tra l’Italia e Singapore, abbiamo assistito ad un teletrasporto dell’intero Circus della F1 in una realtà parallela.
La Ferrari si è colorata d’argento, e la Mercedes di rosso.
Un circuito cittadino, dove il carico aerodinamico è fondamentale per stare davanti, si è rivelato l’alleato perfetto per le caratteristiche della rossa di Maranello. Pensare che il venerdì alle prove libere, le Ferrari non avevano mai avuto un passo adeguato per stare con le Mercedes lì davanti.
Poi è accaduto qualcosa che ha stravolto le carte in tavola.
Con tanta voglia di rivincita, e senza fare proclami, sono stati montati i nuovi aggiornamenti.
Un nuovo pacchetto aerodinamico, che fece seguito al già perfezionato motore Ferrari “spec 3”.
Un pacchetto magico, letteralmente magico.
Eh sì, perché oltre a proiettare la Ferrari davanti a tutti in Singapore, è riuscito anche nell’impresa, che onestamente speravamo in tanti da anni, a mettere in dubbio le certezze di vittoria di una Mercedes che è sembrata molto in affanno.
La SF90 è sembrata imbattibile sul circuito di Singapore, tanto che la Mercedes prima del GP, e anche dopo il GP, ha manifestato tutto il suo stupore.

Lo sviluppo della rossa, ha riacceso addirittura le speranze per il 2020.
Analizzando i problemi che si erano manifestati, tra consumo delle gomme, consumo eccessivo del carburante, e l’aerodinamica che non funzionava, la risoluzione di tutti questi deficit sono quello che aspettavamo tutti.
E quindi eccoci in una realtà alternativa, che nessuno si aspettava, dove le Mercedes avranno di cui preoccuparsi.
Certo, il mondiale F1 2019, ormai è assegnato. Dovremmo assistere ad un harakiri di proporzioni incredibili per cambiare l’esito del mondiale.
Hamilton e le Mercedes dovrebbero non terminare almeno quattro gare, e le Ferrari andare sempre sul podio per poter recuperare lo svantaggio. Parliamo di fantascienza.
Per tornare con i piedi per terra dovremo attendere le prossime gare.
Anche Sochi (Russia), non sarà un vero e proprio banco di prova, anche lì l’aria è congestionata e non adatta per testare i veri valori delle monoposto.
Però si riparte dall’ultimo GP a Singapore, con una consapevolezza maggiore delle proprie forze. Ovviamente una monoposto così sarà un’ottima base di partenza per il 2020.
Adesso lo sa la Ferrari, ma lo sa anche la Mercedes, che alla fine del GP di Singapore sembrava un pugile sceso dal ring dopo averle prese di santa ragione.

In Ferrari per poter competere con le Mercedes, ed ambire alla vittoria del mondiale di F1, dovranno anche effettuare una scelta su cui sarà la prima guida.
Vettel quest’anno non è mai stato allo stesso livello di Leclerc, che ha dimostrato, nonostante l’età, di essere competitivo e poter impensierire i più grandi su tutte le piste, e con una monoposto a volte inferiore.
Le scintille post gara a Singapore, e durante il GP tramite i team radio, dovranno essere un monito per il team, e per Binotto, per iniziare a decidere le gerarchie interne, per la fine dell’anno, ma soprattutto per il prossimo.
Inoltre Vettel nel 2020 vedrà scadere il suo contratto, mentre il giovane monegasco, avrà davanti a sé tutta una carriera da scrivere.
Mancano solo sei GP alla fine del campionato per definire meglio chi sarà la prima guida nel 2020.
Di certo una cosa è chiara, il prossimo anno la Ferrari non si vorrà porre come team che dovrà rincorrere, ma come punto di riferimento.
Il futuro sembra roseo, ma usciamo dalla realtà parallela, torniamo sulla terra, e vediamo cosa questa rossa porterà da qui in avanti.

Di Federico Caruso

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