Dopo i fatti di Gedda, la GPDA ha rivendicato un maggior coinvolgimento nelle scelte della F1, tra cui i paesi e i circuiti in cui correre.
L’attacco missilistico ad un impianto di Saudi Aramco situato a pochi kilometri dal Jeddah Corniche Circuit ha creato scompiglio nel venerdì del GP dell’Arabia Saudita. Se le alte sfere della F1, le scuderie e la FIA non hanno mai messo in dubbio il regolare svolgimento dell’evento, gestendo la situazione in maniera disastrosa dal punto di vista comunicativo, a dare una dimostrazione di sensibilità e contatto con la realtà sono stati i piloti, rimasti in piedi fino alle tre di sabato mattina per discutere se gareggiare o meno. Dopo aver analizzato a lungo e profondamente la situazione, è arrivata la decisione di proseguire con le attività in pista, ma la GPDA (nonostante l’assenza del suo Presidente Sebastian Vettel, alle prese con il Covid-19) ha lanciato un segnale importante: l’opinione dei piloti, i grandi protagonisti di questo mondo, conta tanto quanto quella di chi gestisce la macchina F1.
Secondo quanto riportato da Craig Slater di Sky Sports F1, la GPDA, sottolineando l’importanza del ruolo dei piloti nella F1 di oggi, avrebbe rivendicato un maggior coinvolgimento nelle decisioni prese dalle alte sfere del circus: “Negli ultimi giorni ho appreso che i piloti desiderano essere ancor di più parte integrante nelle discussioni strategiche della F1 e ottenere un’importanza maggiore nella fase decisionale. Nelle prossime settimane ci saranno degli incontri tra loro e le alte sfere del circus. Vogliono fornire il loro punto di vista riguardo a temi importanti, tra cui i luoghi in cui la F1 intende correre in futuro. Queste discussioni sul ruolo dei piloti erano in programma da tempo, ma gli eventi occorsi in Arabia Saudita e le lunghe disquisizioni con team e addetti ai lavori le hanno rese una questione di primaria importanza. […] “.
“I piloti…” – ha proseguito il giornalista britannico – “…vogliono avere un peso maggiore perché oggi sono le icone di questo sport, mentre fino a cinque o dieci anni fa lo erano in tono minore. Inoltre pensano che, essendo loro e la loro personalità i mezzi attraverso i quali la F1 si sta affermano sui social media e sulle piattaforme digitali, sia necessario avere una comunione d’intenti con i messaggi che il circus vuole veicolare. Quindi, per loro la miglior soluzione sarebbe aver voce nelle consultazioni strategiche e decisionali. Non penso che ciò rappresenti un problema per la F1, anzi, credo che siano aperti a garantire un maggior coinvolgimento dei piloti. Ciò rappresenta una piccola rivoluzione per questo mondo, ma ritengo che sia frutto di un lungo processo, non dei singoli eventi di Gedda, che lo hanno solo accelerato. La F1 resta soddisfatta delle decisioni prese in Arabia Saudita, ma effettuerà comunque degli studi approfonditi per capire cosa si può imparare in seguito agli eventi dello scorso weekend”.