La prova di forza del campione del mondo sottolinea ancora una volta di questo cannibale mai sazio di vittorie. E la Mercedes già prenota il 2020.

Il Gran Premio di Abu Dhabi ha sancito l’ennesima prova di forza di Lewis Hamilton. Il campione del mondo è stato nuovamente superlativo nel dominare in lungo ed in largo l’ultimo appuntamento del mondiale 2019, senza lasciare agli avversari nemmeno le briciole. Il popolo ferrarista è deluso, stanco delle continue sconfitte della casa più leggendaria del pianeta che viene ogni anno demolita da questo ragazzo britannico, spesso e volentieri malvisto dai tifosi del Cavallino.

La realtà è che chiunque si ami, ognuno di noi dovrebbe riconoscere la grandezza di quello che sta facendo Hamilton, da anni ormai padrone indiscusso del circus iridato. Se non fosse stato per il cedimento della power unit in Malesia nel 2016 staremmo parlando di uno che aveva appena eguagliato Michael Schumacher, dunque non proprio dell’ultimo arrivato. La cattiveria e la voglia dimostrata dall’iridato in ogni situazione di gara è da scrivere nei libri di storia del motorsport.

La conferma viene dal giro veloce stampato nel finale della gara odierna, quell’1’39”283 con gomme medie ormai a fine vita che sancisce anche il nuovo record della pista. Stessa cosa già fatta in Francia ed in Gran Bretagna. La sconfitta contro Nico Rosberg ha reso Hamilton letteralmente invincibile, forte di uno scudiero leale come Valtteri Bottas e di una Mercedes che ha ormai battuto tutti i primati esistenti. Un sodalizio del genere sarà durissimo da battere nel 2020 e la speranza di tutti gli avversari è riposta nel 2021.

Il prossimo anno sarà l’ultimo con l’attuale ciclo tecnico che da un lustro a questa parte ha messo le ali al team di Brackley, semplicemente perfetto in qualsiasi situazione. La forza di Hamilton e del suo team sono venute fuori ancor di più in quelle pochissime occasioni in cui la freccia d’argento era inferiore alla concorrenza. Lo si è visto nel biennio scorso contro la Ferrari e Sebastian Vettel. La superiorità mentale del britannico è stata alla base degli ultimi tre mondiali vinti in fila e c’è da scommettere che per il futuro tutto ciò potrebbe ripetersi.

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