Il mondo sta combattendo una emergenza che secondo l’opinione di molti rappresenta l’evento più catastrofico a seguito delle guerre mondiali, ed Helmut Marko continua ad invocare il contagio dei piloti Red Bull.

Helmut Marko, ex pilota e attuale consulente del team Red Bull, è soprannominato nel Circus della Formula 1 il “dottore”. Un appellativo che suona come un insulto a tutti i veri dottori che in queste settimane stanno lavorando senza sosta, lanciando il monito di rimanere in casa per non peggiorare una situazione già molto grave.

In controtendenza il “dottore” (non in medicina ma in giurisprudenza) Helmut Marko preferisce rilasciare dichiarazioni sul COVID-19 come “Verstappen mi ha detto al telefono che era terrorizzato dall’essere contagiato. La cosa migliore sarebbe che venisse infettato ora. Max ha 22 anni e per lui non sarebbe un rischio, ma almeno in seguito sarebbe immune nella sua corsa al titolo”.

Max Verstappen

In queste ore sono rimbalzate al livello mondiale, per l’assurdità e non per l’importanza delle esternazioni, le ultime dichiarazioni shock rilasciate all’emittente televisiva nazionale austriaca ORF.

Abbiamo quattro piloti di Formula 1 – Il riferimento di Helmut Marko a Max Verstappen, Alexander Albon, Pierre Gasly, Daniil Kvyat –  e otto o dieci junior. L’idea era di organizzare un campo dove potremmo riempire questo tempo di gare, mentalmente e fisicamente, un po’ morto. E questo sarebbe un momento ideale per contrarre l’infezione. Parliamo di ragazzi giovani, forti, in ottima salute. In questo modo sarebbero preparati per quando si riprenderà in quello che sarà probabilmente un campionato molto difficile una volta iniziato”.

Parole vergognose che nella mente contorta di un anziano austriaco inciterebbero i piloti ad immunizzarsi dal coronavirus in modo da prepararsi al meglio all’inizio della stagione. L’atteggiamento di Marko è censurabile e la Red Bull ora dovrebbe prendere dei seri provvedimenti per far tacere il “dottore” di Graz.

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