F1 – Se da un lato Mattia Binotto ha contribuito al lancio della nuova era Ferrari con il ritorno a livelli competitivi grazie al cambio regolamentare dopo due anni e mezzo di mediocrità, dall’altro il tecnico svizzero si è reso certamente responsabile di vicende che hanno inevitabilmente dato inizio ad un caldo inverno a Maranello.

Le quattro vittorie ottenute in questo 2022 avrebbero potuto essere almeno 7, escludendo errori dei piloti e mancanza di prestazioni post Direttiva Tecnica 39.

I problemi di affidabilità e le strategie kamikaze, però, non sono i capi di imputazione del Team Principal della Ferrari. Non quelli principali almeno. Sulle spalle di Binotto grava molto più la responsabilità di non aver mai preso una posizione salda riguardo le dinamiche di squadra e non aver mai ammesso gli evidenti errori commessi, cosa che invece è sempre riuscita bene all’ormai stufo prodigio di casa, Charles Leclerc.

Proprio il rapporto prima teso e ormai compromesso tra il manager Italo-svizzero e il pilota monegasco sembra essere stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, già da tempo saturo, del team italiano.

Binotto ha sempre dichiarato a parole e con i fatti che la Ferrari non avrebbe scelto ufficialmente un primo e un secondo pilota, senza però assumersi mai la responsabilità, evidente ormai al pubblico, dell’insofferenza di Leclerc a tale decisione, manifestata più volte di recente con atteggiamenti insoliti davanti alle telecamere e inconsueti team radio.

Lo stesso TP, nel momento in cui errori evidenti ai più sono stati fatti notare nel post gara in diretta televisiva, ha sempre preferito negare, sviare o fornire risposte fugaci alla stampa, palesando un atteggiamento che ha creato molti mal di pancia nella tifoseria e, a quanto pare, anche nella dirigenza di Maranello.

Cosa accadrà adesso

Mattia Binotto si ritrova quindi alla fine di questo 2022 in bilico: corre il grosso rischio di essere sollevato dal suo incarico, per il quale il candidato alla sostituzione più favorito pare essere Frederic Vasseur, attualmente team principal Alfa Romeo, nonché talent scout di giovani piloti, e promotore del debutto in F1 di Charles Leclerc. Proprio questa sembrerebbe essere la chiave per recuperare mentalmente il monegasco e rilanciare le ambizioni iridate della squadra: costruire un team vincente intorno ad un pilota che ha dato dimostrazione di saper essere vincente.

Così facendo, Binotto si troverebbe invece davanti a un bivio: salutare definitivamente il team di Maranello dopo più di 20 anni, o tornare a dedicarsi alla parte progettistica, reparto in cui ha dimostrato di essere fondamentale per Ferrari, non dimenticando che il progetto 2022, frutto del cambio regolamentare, è stato in gran parte opera sua. Ma sarebbe disposto il tecnico ad accettare un ridimensionamento della sua posizione? Ferrari deve dimostrare di avere l’intelligenza per trattenere il ‘genio’ (tecnico) di Losanna, senza correre il rischio di mandare all’aria il progetto 2023, su cui lo stesso Binotto ha investito con impegno.

Foto Cover Alessandro Martellotta per www.newsf1.it

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