Ferrari
Ferrari

Ferrari F1 – La crisi della rossa : i motivi storici

Da circa 25 anni, Ferrari è sempre stata la scuderia vincente o la seconda qualificata, escludendo pochi periodi “bui” da terzo posto. Il motorsport, soprattutto quello ad altissimi livelli, è una scienza della competizione.

Si sfidano infatti le più brillanti menti ingegneristiche del mondo, sicuramente grazie ai fondi delle case madri, ma a fare la differenza (al di là del pilota, chiaramente) la fanno pochi uomini chiave. Geni come Colin Chapman ed Adrian Newey hanno creato concetti che hanno fatto storia, stravolgendo il motorsport.

Ma non si può pretendere che un team di ingegneri sia sempre, costantemente, il migliore in assoluto. Ferrari combatte ogni anno contro Mercedes, contro RedBull (leggasi Adrian Newey), non contro amatori del mondo delle corse. Bisogna quindi mettere da parte il tifo calcistico ed accettare il fatto che non sempre si possa vincere e che a volte siano le situazioni a determinare la vittoria o la sconfitta.

Penso sia ancora negli occhi di tutti i Ferraristi il mondiale sfumato di Massa. In questi 25 anni, Ferrari non ha lottato contro un solo team. Prima Williams, poi McLaren, poi RedBull ed infine Mercedes. La costante è sempre stata una solamente: la Ferrari c’era sempre, magari non vincendo, ma sempre dando filo da torcere alla prima forza del mondiale.

Dall’inizio dell’era ibrida però, Mercedes l’ha sempre fatta da padrone:

è importante ricordare che, mentre Ferrari ha sempre sviluppato la vettura anno per anno, il team tedesco ha potuto approfittare di molto più tempo per dedicarsi alla power unit, debuttando quindi nel mondiale con un netto vantaggio motoristico. Ma pensare che questo sia l’unico merito di Mercedes, significa fare un grosso torto all’ingegneria…ed anche alla coerenza. Mercedes è stata infatti capace di sviluppare non solo il motore, ma anche l’aerodinamica in maniera impeccabile, risultando sempre un passo avanti a tutti.

Ragionandoci bene, una costante delle rivali di Ferrari è una:

sono inglesi (mi permetterete di considerare inglese la RedBull, figlia di Newey)…e questo è un dettaglio non da poco. Molto spesso, nel nostro sciovinismo , pensiamo che l’Emilia Romagna sia la motor valley, il luogo al mondo con più know how in fatto di competizioni automobilistiche, facendo un enorme peccato di presunzione. E’ infatti il centro dell’Inghilterra il vero regno della Formula 1, con tutti i team che sono a distanza di poche centinaia di km tra loro. Ed è per questo facile agire sul mercato dei tecnici, che sono pur sempre esseri umani, con famiglia, moglie, figli.

Licenziarsi dalla McLaren ed andare a lavorare in Mercedes, significa spostarsi di 100 km. Cioè significa continuare a vedere i propri figli, senza fargli cambiare scuola, significa non sradicare la propria moglie dalla sua vita, significa poter fare visita ai propri genitori quando si vuole. Andare a Maranello, invece, significa tagliare le proprie radici. Ed il fatto che dall’Inghilterra vengano storicamente i tecnici migliori (con le dovute eccezioni, chiaramente!) dovrebbe farci riflettere sul sistema scolastico-universitario italiano, che purtroppo prepara Ingegneri competenti sulle materie teoriche, ma che spesso non hanno idea della pratica ed impiegano chiaramente anni a padroneggiarla, riuscendo a dare un contributo di innovazione al team.

F1 Ferrari
Ferrari chiaramente ha da tempo messo sotto la propria ala tecnica alcune università italiane,

ma il contributo è ancora troppo modesto e nei dintorni, solo due team di Formula 1 possono fornire tecnici di valore, considerando anche che i costruttori di vetture sportive (escludendo Lamborghini che non ha praticamente mai fatto prototipi da gara) in Italia sono oramai pochissimi.
Ferrari sta indubbiamente facendo un lavoro di sviluppo, crescita e potenziamento delle proprie risorse umane, ma è chiaro che non si può pretendere che in una notte dal seme si arrivi alle rose e quindi ci vuole pazienza. E’ forse questo il gesto più coraggioso di Binotto che ha deciso (almeno, così sembra) di rinunciare alla vittoria per due anni, per poi presentarsi con una vettura vincente, idee innovativi e tecnici più maturi nel 2022

Articolo by Ing.  @WernerJrQuevedo

 

F1 News - Notizie Formula 1, Auto e Motorsport