I Team di Formula 1 si sono mostrati favorevoli nel limitare gli stipendi dei piloti a partire dal 2023. Nessuna scuderia, di conseguenza, potrà spendere più di 30 milioni di dollari per l’ingaggio dei due piloti. Lewis Hamilton ha criticato la scelta, in quanto non è di certo questa la soluzione per abbattere i costi della F1. Ed ha ragione.

Secondo Liberty Media questa limitazione porterebbe i Team a concentrare fondi sullo sviluppo delle vetture e sopratutto nel limitare i costi, ma non è tutto oro ciò che luccica. Facendo così a pagarne maggiormente le conseguenze potrebbero essere i secondi piloti, i quali si ritroveranno a dover accettare contratti più bassi per rientrare nel Cap.

Il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton è stato molto chiaro al riguardo, contestando la scelta:

“Io penso che i piloti siano le star di questo sport. Sono loro a portare qui i brand, e la loro reputazione li aiuta a crescere e girare per il mondo.”

In altri sport, sopratutto negli USA, il budget cap c’è già da tempo, ma gli atleti posseggono i loro diritti d’immagine che gli permette di guadagnare altrove.

La F1 controlla troppo l’immagine dei piloti. Penso anche a prossimi giovani piloti che si vedranno penalizzati in questo modo, non è giusto. Se portano sponsor di livello in questo sport dovrebbero essere ricompensati in qualche modo.”

Anche Toto Wolff ha ammesso che la F1 limita parecchio le promozioni di brand e altro, quindi è un argomento che non tocca solo ai piloti. Quando il Budget Cap entrerà in vigore probabilmente Hamilton si sarà già ritirato, ma le parole sue e degli altri piloti potrebbero far bene a questo sport in futuro. E ce lo auguriamo.

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