Una gara bellissima ad Austin, forse la più bella della stagione. Uno spettacolo a cui dovremmo assistere ogni weekend, peccato la non costanza di decisioni direzionali che molto spesso appaiono unilaterali.

Le statistiche pre-gara parlavano chiaro: in 5 occasioni (55,6%) il vincitore è partito dalla pole position. Ma in 9 occasioni (100,0%) il vincitore è partito dalla prima fila. Ed è quello che è successo a Max Verstappen che, partito affianco al poleman Sainz, centra un successo che conferma quanto il binomio con la Red Bull sia di un livello nettamente superiore, raggiungendo il 13° successo in campionato, pareggiando il record di Schumacher 2004 e di Vettel 2013. Ma non solo. L’olandese con la sua vittoria regala anche il titolo costruttori alla Red Bull, che dopo la beffa dell’anno scorso, ripaga gli sforzi fatti quest’anno e conquista una doppietta stratosferica. Il primo grande errore della stagione arriva ai box durante il pit con l’anteriore sinistra che ha dato qualche problema. Allora forse nel team sono umani anche loro.

In una gara bellissima, che conferma quanto l’America non deluda mai, l’unico neo rimane il ritiro di Carlos Sainz subito dopo la partenza in curva 1 a causa di un contatto con la Mercedes di Russell che colpisce la vettura dello spagnolo nella fiancata. Un vero colpo di sfortuna per lui. Per l’inglese 5 secondi di penalità, giudicati naturalmente insufficienti.

Chi, invece, ci ha creduto e anche tanto è stato colui che ha vinto il Gran Premio degli Stati Uniti per ben 6 volte (2007, 2012, 2014, 2015, 2016 e 2017) con due team diversi (McLaren e Mercedes). 

Lewis Hamilton mai così vicino alla vittoria in questa stagione. Il britannico ce l’ha messa veramente tutta, ma quando è arrivato il momento di vedersela con la Red Bull di Max la superiorità della RB18 ha avuto la meglio. Un recap del 2021 è sicuramente passato nella mente di molti. Una battaglia, tra i due, veramente emozionante. Da sottolineare il grande progresso fatto dalla Mercedes, partita in seconda fila con Lewis e George, e che ha quasi sfiorato la vittoria.

Chi si è reso autore di un’altra grandissima prestazione a suon di sorpassi anche impossibili è Charles Leclerc, partito 12° a causa della penalità di 10 posizioni per cambio motore endotermico e turbocompressore, e arrivato terzo quindi sul podio. Una gara, la sua, che non poteva chiedere assolutamente nulla di più. Leggera paura sul finale quando tutti hanno temuto sul degrado gomme che stava diventando importante vedendo ridurre il gap con Perez quarto.

Drive of the day, e lo è per davvero, Sebastian Vettel, arrivato ottavo collezionando anche un sorpasso da copertina, e rimediando un errore del team al pit stop (anche loro problemi con l’anteriore sinistra). Un mondiale per il tedesco, visto l’annuncio del ritiro, che si sta rivelando sempre più interessante. Niente pressioni e più talento. Questo Sebastian Vettel mancherà a molti.

Alonso settimo è il classico esempio di pilota che non vuole mollare mai. Spaventoso il suo incidente con Stroll, con il pilota dell’Aston Martin che ha cambiato pericolosamente traiettoria costringendo lo spagnolo al contatto. L’Alpine di Alonso, dura a morire, continua la gara a differenza di quella del canadese.

Ancora parentesi nera per Daniel Ricciardo sedicesimo dopo un’ennesima qualifica da dimenticare. Più fortunato il compagno Norris, sesto, che in alcuni punti però dimostra quanto voglia abbia di lottare. Per l’australiano che ha ancora il futuro incerto, si complica sempre di più un finale di stagione quantomeno dignitoso.

Il fascino della Formula 1 si è riproposto ad Austin, in Texas, dove vince Max ma dove avrebbe meritato anche Lewis, per non parlare di Charles e la sua straordinaria rimonta. A suon di sorpassi e curvoni veloci, la F1 deve e può ripartire da qui.

Ma nel frattempo ci si prepara a volare un po’ più su, perché già questo fine settimana c’è il Messico nel vecchio stadio di baseball. Che lo spettacolo continui.

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