F1 Hamilton . Quest’anno se lo sentirà in qualche modo molto più vicino. Imola cioè Ferrari, Ferrari cioè scuderia dove si siederà nell’edizione 2025 del mondiale di Formula 1. Qualche tifoso disegna già la nuvoletta del sogno che potrebbe avverarsi in un futuro non lontano: Lewis l’eptatitolato che straccia la concorrenza sull’autodromo romagnolo al volante del cavallino rampante. Roba da mille e una notte. Ma il presente di Lewis l’inossidabile della terra d’Albione si chiama ancora Mercedes.
Dopo Miami ha dato un’occhiata alla classifica e ha memorizzato i due numeri: nove e ventisette, nove come il posto occupato in graduatoria, e ventisette come i punti messi insieme finora. E, nella catena neurale dei suoi pensieri: deve essergli suonata anche un’altra campana sottoforma di domanda: così poco? Imperativo categorico immediatamente successivo: meglio cercare di dilatare il bottino, l’essere stati sette volte sul tetto del mondo lo esige.
In mente gli torna così come un fotogramma dorato quel primo novembre 2020, festa di Ognissanti, quando lui celebrò la giornata assicurandosi il primo posto su Mercedes con l’allora compagno di squadra Valtteri Bottas e Daniel Ricciardo terzo con la Renault. Tutti e tre, peraltro, potranno essere anche ai nastri di partenza di quest’edizione. Ma, inutile fingere, ad avere chance di potersi regalare una giornata di buon livello sembra essere proprio Lewis. Bottas, infatti, sta avendo parecchie difficoltà con la sua Sauber e attende di poterle risolvere, medesimo discorso per Ricciardo al volante della Racing Bulls. Ma un Gran Premio di Formula Uno non è scienza esatta e allora tirare fuori dall’armadio un chissà non è delittuoso.
Che Verstappen si sia già dato alla fuga, Hamilton lo ha già visto e compreso. Ma almeno il resto della concorrenza, Lewis il determinato vuole conservarselo nel campo visivo per poi magare riuscire, almeno a qualcuno di quelli, a fare lo sgambetto in classifica. Alonso è a sei punti, il compagno di squadra George Russell ne ha addirittura dieci in più. Hamilton sa riconoscere i meriti degli avversari, ma vederseli davanti gli suona come una stonatura per il blasone che si porta in eredità come scia dorata ineludibile della sua biografia di pilota e di persona. E quindi, a Imola non scenderà certo in pista per accontentarsi di fare il ballerino di fila. Chi vivrà vedrà.