Ferrari: ha senso ingaggiare Lewis Hamilton? Analizziamo quelli che sono i pro e i contro del possible affare Lewis Hamilton

La stagione di F1 2019 si è conclusa ormai da un mese e i rumors sul Circus della F1 si sono affievoliti.
A tenere banco però, dal mese scorso, è la voce riguardante il possible approdo di Lewis Hamilton in Ferrari, nel 2021, come sostituto di Sebastian Vettel.
Una voce che, ovviamente, riempe pagine di giornali e regala entusiasmo ai tifosi, della Ferrari ma non solo. Oltre i facili entusiasmi però, sarebbe il caso di mettere in atto un’accurata riflessione, dunque è il caso di porre una domanda direttamente alla Ferrari: ha senso ingaggiare Lewis Hamilton?

Come ogni cosa, l’arrivo di Lewis in Rosso avrebbe aspetti positivi e negativi, che andremo ad analizzare in seguito.Aspetti positivi di un Hamilton in Italia, sarebbero vari, ma forse non svariati come ci si attende.

Punto primo, ci sarebbe la garanzia di un pilota di indiscusso valore, veloce sul giro secco e in gara, un killer in pratica, che non sbaglia e trae sempre il massimo del mezzo che ha tra le mani…cosa che alla Rossa di oggi manca.
Punto secondo, il “Re Nero” sarebbe garanzia di esperienza, carisma, capacità di sviluppo e, aspetto non di poco conto, portatore di segreti Mercedes, sia tecnici sia di metodologie.
Terzo punto, anche se di minor rilievo per Ferrari, sarebbe la popolarità del Britannico a livello mediatico (leggi social). Aspetto, questo, che sposterebbe oltremodo i riflettori sul team di Maranello.

Lewis Hamilton

Considerati gli aspetti positivi, spostiamoci su quelli negativi.

Primo aspetto negativo, anche se marginale, è quello relativo alla parte economica. Il sei volte iridato, di fatto, arriverebbe nel Bel Paese per almeno 50 milioni di euro a stagione, che insieme ai 9 milioni di euro a stagione di Charles Leclerc passerebbero sulle casse Ferrari. Milioni che, inevitabilmente, verrebbero sottratti al budget tecnico della Scuderia.
Secondo risvolto negativo sarebbe quello legato all’età di Hamilton, che nel 2021 avrà 36 anni. Molti, ma che non impattano sul rendimento in pista, come dimostra Raikkonen. Anche se, va detto, a quell’età un driver non ha più molti anni da disputare al top. Il che, considerando la situazione tecnica attuale del Cavallino, porterebbe al rischio di non avere tempo di dargli una macchina da titolo.
Terzo aspetto negativo è quello della popolarità dell’ex pilota McLaren che, come potrebbe essere un jolly per Ferrari, potrebbe anche ritorcersi contro. La fama del campione del mondo in carica potrebbe rischiare di “offuscare” la Ferrari e accentrare tutte le attenzioni su di sé, specie in caso di vittorie.

Altro aspetto da valutare attentamente, che merita un discorso a sé, è quello che riguarda il rapporto di Lewis con Charles Leclerc. Anzi, oltre che la relazione tra i due, l’arrivo di Lewis potrebbe impattare anche sul futuro del Monegasco stesso.
Spieghiamoci meglio: la Ferrari in questo 2019 ha sofferto, e non poco, la rivalità tra i due driver, pur avendo un Leclerc senza pretese in quanto al primo anno in Rosso e un Vettel opaco in squadra, che poco potere aveva nell’imporre le sue scelte dopo il deludente 2018. Ora, risulta evidente come, arrivando Lewis come il Campionissimo nel 2021, non disposto a scendere a compromessi, e avendo Leclerc due anni di militanza in Ferrari, lo scontro sarebbe, al 99%, totale, sotto ogni punto di vista, il che sarebbe più uno svantaggio che un vantaggio per gli uomini di Mattia Binotto. Il che, come da anni e risaputo, è l’ultima cosa si cui ha bisogno la Ferrari.

Leclerc penalizzato

Ora, di fatto, avendo valutato pro e contro dell’operazione Hamilton, è il caso di tornare a bomba sulla domanda di apertura. Vale la pena ingaggiare Lewis Hamilton?

Forse si, se si considerano prevalentemente i lati positivi. Forse no, se si etichetta come primaria la stabilità del team e se si vuole giustificare gli investimenti fatti nel recente passato. Investimenti come quelli legati a Charles Leclerc, sia in FDA che in F1.
Sarebbe non molto chiara, dunque, la scelta di prendere Hamilton dopo aver puntato forte e rinnovato Charles Leclerc fino al 2024. L’arrivo del driver della Mercedes potrebbe essere, dovesse andare in porto, un terremoto per la Rossa, nel bene ma anche nel male. Un terremoto positivo, poiché potrebbe portare successi, ma anche in negativo, visto che potrebbe non dare i frutti sperati e forzare, ipoteticamente, Leclerc all’addio.

Sarebbe allora il caso, per Camilleri e Binotto, dopo aver fatto all in sul Monegasco, mettere in pratica scelte in nome della stabilità nel team? Scelte come tenere in squadra un Vettel come gregario di lusso, a ingaggio ridotto. O scelte come portare a casa un numero due dichiarato (leggi Giovinazzi, Sainz, Hulkenberg).
O sarebbe forse il caso, per Binotto e Camilleri, di fare un clamoroso investimento, forse anche un azzardo, prendendo il miglior pilota sulla piazza, come da tradizione del Cavallino, mettendo in secondo piano aspetti come la stabilità?

Avendo valutato attentamente gli aspetti dell’affare Hamilton, non resta che attendere ulteriori sviluppi, che non tarderanno ad arrivare ad inizio 2020. Fino a quel momento a voi, ma anche al management Rosso, l’ardua sentenza ai vari interrogativi emersi in questa analisi.

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