La Gazzetta dello sport ha avuto l’opportunità di una intervista esclusiva con il 4 volte Campione del Mondo Sebastian Vettel. L’intervista è passata tra gli argomenti più disparati: dalla Formula 1 al cambiare il mondo in meglio, fino a ricordare senza rimpianti gli anni in Ferrari.

“La F1 ha questa possibilità di comunicare i messaggi giusti. Non dico che debba educare, perché significherebbe pensare che abbia la verità in tasca. Ma di certo deve dire che tutti dovremmo fare la nostra piccola parte per risolvere i problemi anche enormi come l’inquinamento, i cambiamenti climatici. Dobbiamo renderci conto che non si torna indietro. La F1 non può essere solo auto veloci e le migliori tecnologie, non deve solo parlare, deve agire velocemente”.

E dopo che il giornalista gli ha fatto notare che avendo dei profili social lui potrebbe raggiungere milioni di persone Sebastian ha detto:

sebastian vettel
sebastian vettel

“I social sono un gran modo per raggiungere tanta gente. Ma dipende da quello che vuoi ottenere: se vuoi mostrare le calze che indossi o se vuoi qualcosa di più. Se ho un messaggio importante non credo di aver bisogno di una mia piattaforma, il messaggio passa lo stesso. A me interessa agire”.

E per quanto riguarda la Sprint Race, che ha fatto dibattere molti?

“Non ho una posizione definita. È divertente l’idea di avere un’altra gara. Ma ci vuole cautela, non dobbiamo togliere attenzione alla gara principale. E poi dipende, è ovvio: se guadagni qualche posizione è buono, se ne perdi meno. E il brutto è che se fai un testacoda, come è successo a Perez, il tuo weekend è finito”.

Ma Vettel è anche certo di ciò che ha fatto in Ferrari; e alla domanda del giornalista se tornando indietro cambierebbe qualcosa il tedesco ha prontamente risposto: “Non proprio. Sono stati fatti errori, da parte mia e da parte del team. Non ho rimpianti. La vita è così. E sarebbe noioso pensare di poter tornare indietro per cambiare le cose che non ci piacciono. Perché è dalle cose che non ci piacciono che impariamo. Sono quelle che ci aiutano a crescere. Se me lo chiede le rispondo che sì, avrei voluto frenare prima a Hockenheim, ma da tutto quello che è scaturito dopo quell’episodio ho imparato più di quanto avrei imparato se quella gara l’avessi vinta. Se è andata così è per una ragione che ti darà l’occasione di fare meglio la prossima volta”.

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