Il ritorno dalla Russia non è con amore né con odio come affermano in molti. Ma la Ferrari torna a casa con strascichi polemici sulla gestione dei piloti e le illazioni mediatiche su Vettel non rasserenano l’ambiente.

La trasferta russa che avrebbe dovuto regalare gioie e certezze al team Ferrari si è trasformata nell’ennesima (forse decisiva) doppietta Mercedes. Se al tramonto i grigi hanno esultato per l’undicesima affermazione stagionale, all’alba il GP di Sochi lasciava presagire un’ingannevole facile doppietta rossa, al punto tale che dopo poche curve sono iniziate delle lunghe conversazioni via radio su chi dovesse avere il diritto di essere la prima guida del GP di Sochi e non solo.

Leclerc ha reclamato la sua leadership e Vettel ha fatto la lepre. L’oggetto del contendere? Il solito scambio di favori e scie che nelle ultime corse tende a legare i piloti della Ferrari ad un cordone ombelicale che si allunga grazie ad una lista infinita di concessioni. Il tempo dei piaceri è finito, Sebastian Vettel non è e non sarà mai una seconda guida, mentre Charles Leclerc con il suo talento non accetterà mai di non essere una prima guida.

Per vincere un mondiale non bastano due ottimi piloti, ma una sapiente gestione degli stessi da parte degli uomini al muretto. La Ferrari dovrà fare tesoro dell’esperienza in Russia per non ripetere gli errori commessi. La questione rischia di divenire spinosa soprattutto in ottica 2020 con il contratto di Sebastian Vettel in scadenza e l’assoluta certezza di Leclerc di ricoprire il ruolo di pilota futuribile su cui il team italiano può puntare per aprire un ciclo.

Se Charles Leclerc gode di una fiducia enorme, conquistata a suon di pole position e prestazioni di assoluto rilievo, l’altalena di risultati di Vettel ha messo in dubbio l’originaria posizione di prima guida che l’esperto tedesco ha sempre avuto all’interno della Scuderia, ancor prima dell’arrivo del giovane monegasco.

Sebastian Vettel dopo il GP di Singapore aveva ritrovato la fiducia che a Monza era crollata ai minimi storici. Il ritiro di Sochi è un boccone amaro da deglutire, considerando la prima parte di gara del tedesco. Charles Leclerc salvo qualche passaggio a vuoto ha sempre garantito una grande costanza di rendimento, facendo vacillare Mattia Binotto sulla gerarchia dei ruoli degli alfieri della Rossa.

In una recente intervista Mattia Binotto ha affermato che la sua esperienza con Schumacher e Barrichello e, successivamente, con Massa è stata formativa per determinare l’importanza dei ruoli ben definiti all’interno del team Ferrari.

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“Avere due piloti forti crea difficoltà di gestione”, ha dichiarato Mattia Binotto. Il Cavallino Rampante, al di là delle illazioni e fazioni mediatiche, ha due piloti capaci di vincere. D’ora in avanti, attestata la crescita esponenziale della vettura, diventerà fondamentale saper gestire i piloti altrimenti il rischio è che a godere sarà sempre un terzo litigante, come già accaduto in Russia alla Ferrari. I prossimi 5 GP potrebbero aiutare la Scuderia a comprendere le dinamiche interne per proiettarsi al 2020 con qualche certezza in più e team radio in meno.

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