Nel giorno della festa per i 1000 GP in F1, la Ferrari è stata annichilita dalla concorrenza. Ci sarebbe stato bisogno di qualcosa in più in pista di una livrea celebrativa, ma a prescindere da risultati catastrofici, gli uomini della Rossa appaiono intoccabili.

Mai smettere di combattere finché l’incontro non è finito!”, recitava Kevin Costner nel ruolo di Eliot Ness nella pellicola “The Untouchables”. Oggi la Ferrari ha smesso di lottare. Nella gara di casa, la Scuderia italiana avrebbe dovuto lanciare un segnale forte alla concorrenza in termini di sviluppo di un mezzo nato male, ma cresciuto ancora peggio. La SF1000 vista al Mugello non aveva alcun aggiornamento, mentre gli altri team hanno portato novità importanti che hanno inciso sull’esito finale della gara.

La Ferrari è stata preceduta dalla Mercedes, dalla Red Bull, dalla Renault, dalla Racing Point (futura casa di Vettel), dalla McLaren, dall’AlphaTauri e persino dall’Alfa Romeo di Kimi Raikkonen che senza i 5 secondi di penalità avrebbe concluso la corsa davanti ad entrambe le Rosse.

E’ accettabile mettere in pausa per 2 anni un progetto e prender paga da ben 7 team? Per poco al Mugello, la Ferrari non riusciva nell’impresa, in una gara ad eliminazione, di far marcare i primi punti in stagione alla Williams di George Russell. Un evento scongiurato solo dalla terza ripartenza del GP che ha relegato il pilota inglese della Williams in undicesima posizione.
Nonostante una partenza a fionda, Charles Leclerc è stato sverniciato in successione dagli inseguitori. Il monegasco ha concluso la corsa in ottava posizione, 2 posizioni avanti a Vettel che ha portato a casa un solo punticino.

La Ferrari è regredita nel corso di questa travagliata stagione 2020. Nelle ultime 3 gare ha raccolto la miseria di 5 punti, un bottino che ha confinato la Rossa in sesta posizione in classifica costruttori. L’AlphaTauri, attualmente a -13, potrebbe avere nella seconda parte di campionato la concreta possibilità di superare la Ferrari per uno smacco tutto italiano.

Come si esce dalla crisi?

Se la Ferrari vuole sperare di lottare per il titolo nel 2022, dovrà affiancare agli attuali tecnici, una squadra di ingegneri di assoluto rispetto. Occorrono professionisti con idee innovative in vista del cambiamento epocale delle vetture nel 2022. Tecnici provenienti da altre squadre e portatori di un know-how diverso rispetto a quello che è presente oggi a Maranello.
Un cambiamento sarebbe lecito aspettarselo anche in merito alla squadra dei meccanici che, al momento, è molto indietro rispetto ai top team. Basta dare uno sguardo alla classifica dei pit-stop più veloci in stagione per comprendere che c’è tanto lavoro da fare.

Gli intoccabili

Oltre a Binotto che ha fallito sul piano politico (questione motore SF90), manageriale (timing errato nella decisione su Vettel), comunicativo (parole scontate e giustificazioni ridondanti) e anche tecnico, un altro dei misteri di Maranello rimane la figura di Iñaki Rueda. Lo stratega spagnolo arrivato a Maranello come un genio ha indovinato in cinque anni un numero di strategie vincenti che può essere contato sulle dita di una sola mano. John Elkann e Louis Camilleri sono giunti in Toscana più per festeggiare che per prendere in mano la situazione critica del team.

1000 Gran Premi, un traguardo che nessun altro ha raggiunto. Siamo felici e orgogliosi di tutto quello che è stato fattoha dichiarato Elkannsoprattutto, siamo fiduciosi per quello che ci aspetta. La Ferrari non è solo passato ma è anche futuro, ha un gran futuro“.

Il futuro va costruito oggi con scelte illuminate, altrimenti saranno solo chiacchiere di circostanza che i tifosi, pazienti e già presi in giro dai prezzi del Mugello, ricorderanno un domani e non senza livore.

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