DALL’AUSTRALIA ALLA CINA, CON FURORE?

Ma cosa è accaduto a quella macchina da guerra che è stata la Mercedes negli ultimi 3 anni? Ce lo siamo chiesto in tanti e in tanti ancor oggi stanno cercando, forse inutilmente, di capirlo; le ipotesi sono state le più disparate, sottosterzo, sovrasterzo e magari pure controsterzo; passo troppo lungo,no! Troppo corto; poco carico aerodinamico, troppo carico, carico mal distribuito, carico sbilanciato, carico insufficiente, poco drag, tanto drag, consumi eccessivi delle gomme, consumi eccessivi della PU, Hamilton che brucia le gomme, che non sa più combattere ad armi pari etc. e forse qualcosa mi è anche sfuggito, ma insomma il nocciolo della situazione è che la Mercedes è stata sconfitta alla prima gara in cui un regolamento che non aveva auspicato le è stato imposto e che quindi non ha potuto in nessun modo manipolare precedentemente; poi in Cina potrà accadere di tutto, la pista è più tecnica ed ha un lungo rettilineo, e le frecce d’argento che appaiono più scariche (ma come mai in Australia così tanto scariche?) magari saranno imprendibili e quel secondo pronosticato da alcuni sarà reale, tante le condizioni diverse rispetto all’Albert Park; però i pugni di Toto Wolff hanno lasciato un segno indelebile in tutti i tifosi della Ferrari e probabilmente anche in quelli della Mercedes, c’era del furore soprattutto nel secondo pugno sul tavolo, un gesto che andava a dare più forza al primo, non si aspettava il ‘caro’ Wolff che la Ferrari potesse essere davanti, forse legge anche lui blog e giornali e le notizie di una Ferrari in grande crisi per aver saputo che il suo ‘passo’ era inefficiente lo deve aver rincuorato, come le parole di Helmut Marko che ha chiaramente affermato che la Rossa stava ‘barando’ con le prestazioni, ovvero girava con quei 10-15 kg di carburante appena sufficienti per rientrare al box, immagine che mi fa pensare a quando ti si accende la spia della riserva e sei lì a smanettare continuamente col computer di bordo per vedere se riesci ad arrivare al prossimo distributore; davvero pensavano che la Ferrari fosse ridotta così? Ma come non hanno guardato da vicino la Rossa a Montmelò? Non hanno sentito quando Vettel alzava il gas in certi settori? Non hanno visto le traiettorie molto più efficienti delle loro? Su cosa si sono basati? Solo sul cronometro? O sul GPS? Siccome sembra sia così li dobbiamo tutti inserire nella lista dei tecnici da divano, ok, meglio da tavolo, visto che erano tutti ben seduti davanti ai loro fantascientifici computer invece di sguinzagliare i loro uomini lungo il tracciato per spiare la concorrenza; ecco a cosa porta il fidarsi troppo delle tecnologia, si perde quell’intuito e quella capacità di saper vedere con i propri occhi che invece dovrebbe essere la prima qualità di un tecnico o di chiunque si intenda un poco di corse automobilistiche. Poi in Cina se la Ferrari dovesse fare la pole e vincere, o comunque arrivare prima al traguardo, immagino già le polemiche che saranno nell’ordine: A) sulle gomme. B) sulle sospensioni. C) sulle regole del 2017. D) sui controlli della FIA.

A proposito di Federazione val la pena di parlare di come quest’anno ci si siano messi di punta a controllare le macchine, non che negli anni passati non controllassero, per carità, ma adesso il caro Whiting sembra così pimpante, quasi una nuova vita per lui, ha perso 10 anni in pochi giorni e non certo per qualche cura ormonale, forse semplicemente perché può fare (finalmente…) il suo lavoro con tranquillità; detta le 5 regole che potremmo definire ‘d’ingaggio’ che definiscono i parametri delle sospensioni e il tutto perché c’è stato qualcuno che ha mandato una semplice lettera di chiarimento, quattro righe che hanno mandato nel panico Mercedes che ha montato specifiche 2016 e Red Bull che da come si è presentata in Australia mi sa che qualche danno lo ha ricevuto da quella famosa lettera di Simone Resta, del resto si dice che ne uccide più la penna che la spada; insomma abbiamo una FIA bella in forma che vigilerà come non mai sulla regolarità di questo Campionato, del resto la cara Federazione deve vedersela con Liberty Media che ha speso una fortuna per acquistare il carrozzone e non vuole che ci siano favoritismi, agli Americani piace gareggiare pulito, tipi strani questi Statunitensi amano la correttezza, questo è probabilmente quello che si starà chiedendo Ecclestone orfano non certo dei quattrini e della visibilità che gli dava la F1, ma di quel piacere sottile e profondo che arriva quando si possono decidere le sorti altrui, una sorta di droga a cui gli uomini potenti non possono rinunciare, il tutto nel rigoroso rispetto di quel proverbio Siciliano che tutti conosciamo, ‘comandare è meglio che fottere’ del resto a 80 anni che altro ti rimane? Ah caro Ecclestone immagino ti manchino le telefonate col tuo omologo in FIA con il quale dividi la… ‘statura’… di Uomo al comando e le tante decisioni da adottare per non favorire nessuno e dare uno spettacolo più vero possibile al tanto pubblico…

Fra qualche giorno sapremo se il furore di Toto Wolff avrà sortito un qualche effetto in casa Mercedes e se lo sguardo arrabbiato e parallelo di Helmut Marko ha spronato Adrian Newey a sfornare qualcosa che non viaggi sull’acqua ma sull’asfalto…

Marco Asfalto

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2 Risposte

  1. Leo Pistone

    A suo tempo, sul blog dei “numi” ho insistito a rilevare che la MB vinceva solo in base al regolamento autoprodotto, ma che prima di esso ha arrancato per anni. Per poi arrivare al vertici, nel momento in cui si è imposto di un sostanzioso rallentamento delle velocità di gara. Ho ricevuto varie risposte infastidite, forse non tanto in base a un presunto tifo pro MB ma più probabilmente per il disagio dato dalla dimostrazione che il feticcio F.! è molto diverso da quel che si vorrebbe credere. E soprattutto perché il mito razziale della superiorità germanica piace a molti.
    La riprova la si è avuta alla prima occasione in cui a quel regolamento sono state apportate delle modifiche, sia pure di dettaglio, dato che non si è andati a toccare il nocciolo duro, rappresentato dalle complesse e costosissime PU: la MB non è più quel mostro irraggiungibile che pareva fino all’ultima gara dell’anno scorso.

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