La gara la vince il “solito” Hamilton (fortunato ma anche bravo), ma vedere le lotte alle sue spalle tra i “rampolli rampanti” fa sperare che nei prossimi anni in F1 ci sarà da divertirsi…

Guardando i risultati del Gran Premio di Silverstone 2019 senza aver visto la gara (finale di Wimbledon in contemporanea…) qualcuno potrebbe dire “è sempre la solita solfa questa F1”.
E per certi versi potrebbe avere pure ragione (Mercedes in “terra amica” è tornata ad infliggere agli avversari distacchi importanti).

Ma per fortuna abbiamo potuto “vederla” questa gara, non solo in pay tv (e speriamo che Liberty Media riporti la massima formula “in chiaro”). E quello che abbiamo avuto modo di vedere è stato assolutamente emozionante.
Grazie ai protagonisti, soprattutto quelli più giovani e promettenti, che stanno riportando in auge il “fattore umano” in una Formula 1 che quasi si era dimenticata di un elemento così importante, in un’epoca dove i domini tecnici avevano mortificato gare e spettacolo.

Grazie anche, e va detto, anche a delle nuove regole tecniche 2019 che effettivamente, in una pista veloce, con curve da alto carico, consentivano ai piloti di mantenere la scia senza distruggere le gomme oltre misura.

I duelli per la vittoria (con Hamilton “francobollato” a Bottas, poi superato grazie alla fortuna di trovarsi davanti all’imbocco della pit lane all’uscita della Safety Car. Ma vittoria ribadita da un giro più veloce a fine gara, con gomma più usurata, superiore a quello del team-mate finnico), seppur bellissimi, sono stati oscurati da quelli, ancor più incredibili, per le altre posizioni sul podio.

Leclerc e Verstappen hanno dato vita ad una pagina importante nella storia della F1. Vedere il giovane monegasco difendersi e attaccare, e quello “già consacrato” della Red Bull fare altrettanto (senza dimenticare quanto fatto da Norris e Albon, altri due nomi di cui sentiremo parlare), ha riconciliato gli appassionati con questo sport.
E positivo è stato pure il “nuovo corso” intrapreso dalla direzione gara, che ha lasciato correre questi “arrembanti ragazzi” senza castrarli in reprimende e penalità varie (da sottolineare l’ingresso nel gruppo commissari dell’ex F1 Vitantonio Liuzzi).

Quasi un “passaggio di testimone” tra vecchio e nuovo. E l’episodio indicatore di questo potrebbe essere riassunto nel tamponamento di Vettel a Verstappen, con il 4 volte iridato tedesco incapace di resistere al fenomeno olandese come invece fatto dal più giovano compagno di team ferrarista.

Anche a livello tecnico, detto che Mercedes nel 2019 sta correndo un mondiale a sé, vedere distacchi così ridotti tra gli altri team concede la chance di godere di duelli ravvicinati ed entusiasmanti.
Ferrari “decaduta” rispetto alle scorse 2 stagioni (e con il cronico problema del sottosterzo), ma quantomeno in leggera ripresa.
Red Bull che sta trovando una Power Unit Honda finalmente a livello dei 2 motoristi di vertice (vedere le velocità di punta), che permette di mettere in mostra l’ottimo telaio (superiore nello sfruttamento gomme in gara rispetto a quello Ferrari).
McLaren che cresce sempre più e insidia il team ufficiale Renault a parità di motorizzazione.

Tutto questo potrebbe regalarci una seconda parte di 2019 “non noiosa”.
In prospettiva, magari, di un 2020 ancor più combattuto anche per i due titoli iridati.
E a guadagnarne sarebbe tutta la Formula 1.

 

Di Giuseppe Saba (Twitter: @saba_giuseppe)

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