Il marchio Red Bull si è consacrato negli anni quale sinonimo di sfida. Il coinvolgimento nello sport del gruppo austriaco non si limita, esclusivamente, al motorsport ma in F1 ha trovato il suo apice con i team Red Bull Racing e Toro Rosso. Sarebbe stato logico immaginare che un concept onnicomprensivo come Red Bull potesse affacciarsi anche alla Formula E, dopo le partnership in WRC, Dakar e nel motociclismo.
Dietrich Mateschitz, fondatore Red Bull, ha esteso la sua attività ad iniziative globali e proiettate al futuro ma non c’è l’intenzione di entrare a far parte del Circus della Formula E. Helmut Marko, consigliere Red Bull, ha recentemente criticato la categoria elettrica in una intervista rilasciata a Motorsport.com.

Siamo dei puristi delle corse – ha esordito Helmut Marko – per quanto siamo attenti al marketing, per noi la Formula E è solo una scusa per distogliere l’attenzione delle case automobilistiche dallo scandalo del Dieselgate. La linea di fondo è che il diesel resta di gran lunga il motore più efficiente. All’inizio, i costi necessari per correre erano di circa 8 milioni, ora sono ben oltre i 20. Quando arriveranno altri grandi nomi, come Porsche o Mercedes, le spese saliranno ulteriormente”.

Le critiche di Helmut Marko

Il manager austriaco ha attaccato, senza tanti giri di parole, il modello Formula E improntato su motori Full Electric ad alte prestazioni.

Le auto di Formula E sono come delle Formula 3 con delle batterie da 400 chili – ha dichiarato Marko – non si tratta di essere il pilota più veloce in quanto questo comporta una gestione energetica maggiore rispetto alla Formula 1 o di qualsiasi altra categoria. Sono così lenti e sembrano spettacolari solo perché corrono su circuiti cittadini stretti e tortuosi. L’enorme vantaggio è che la Formula E continua ad essere super per il marketing, nel bel mezzo delle città. Chiedi alla tua ragazza se preferisce andare a Spa o a New York! Questo è il concetto base della Formula E per coinvolgere le persone. Tuttavia non c’è quasi nessuna immagine pubblica generata dalla TV. Se i budget saliranno a 40, 50 milioni, solo uno potrà vincere e almeno una casa si ritroverà quinta o sesta. Nel momento in cui tutto ciò accadrà credo che l’euforia sparirà rapidamente”.

Curioso che una nota iniziativa globale del gruppo austriaco si intitoli “Red Bull Futur/io”, con cui Red Bull invita tutte le migliori giovani menti tra creativi, innovatori e storyteller ad ideare, elaborare ed esprimere la propria idea di futuro desiderabile per il nostro Pianeta nell’anno 2030. Le scelte di molte menti brillanti, fra i grandi costruttori di automobili, sostengono l’elettrico come un passo inevitabile verso un mondo migliore. La sostenibilità non è marketing, è una delle principali sfide della nostra epoca.  Coniugare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo sociale ed economico è una priorità per tutti. La presenza di grandi case automobilistiche, come Audi, BMW, Jaguar, Nissan e le new entry della prossima season 6 Mercedes e Porsche, certificano che la Formula E è in crescita. Il campionato elettrico inizia a impensierire, pertanto, chi non ha saputo cogliere l’occasione di entrarci sin dalle prime stagioni.

L’obiezione di Antonio Felix da Costa

La Formula E non si è espressa in merito alle dichiarazioni di Helmut Marko. La replica di Antonio Felix Da Costa, pilota BMW del team Andretti, non si è fatta attendere: “Ammetto che la prima volta che ho provato una vettura non mi è piaciuta. Ma ora si. Ci stiamo divertendo e abbiamo un approccio diverso ai weekend di gara, alle corse in generale. Anche piloti che prima non erano convinti ora si divertono, come Felipe Massa e Andre Lotterer. Ovviamente, essendoci costruttori importanti, non facciamo corse su go-kart a noleggio, in realtà, c’è molto in gioco”.

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