Una certezza la regala subito. E’ vero che Alpha Tauri e Red Bull hanno un legame sempre più granitico che le porterà a lavorare sempre più in simbiosi. Ma questo, conclude, non significa che Alpha Tauri traslocherà armi e bagagli da Faenza e andrà nel Regno Unito.

Giancarlo Minardi parla con cognizione di causa del connubio tra le due scuderie. Lo fa dall’alto di un’esperienza in Formula Uno che lo ha visto essere per anni al timone del team che portava il suo nome, prima che nel 2005 la scuderia fosse ceduta alla Red Bull che la fece diventare Toro Rosso.

Sotto il suo regno la Minardi disputò 240 gare con piloti come Adrian Campos, Pierluigi Martini, Alessandro Nannini, Luis Perez Sala, Andrea De Cesaris, Luca Badoer, Fabrizio Barbazza, stella nascente, allora ,della formula Miniindy, E da queste parti lasciò il segno anche il mai dimenticato pilota della Ferrari Michele Alboreto.

F1 2024
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Minardi si dice certo che l’Alpha Tauri continuerà a respirare aria di Romagna. “Il vincolo che allora posi – dice in un’intervista rilasciata al nostro sito – fu che Alpha Tauri rimanesse a Faenza per cinque anni, poi ci è rimasta per più tempo, In questi anni la collaborazione tra la scuderia e la Red Bull che ne è diventata proprietaria si è intensificata, questo ha creato un’anomalia che in altri sport sarebbe inconcepibile”.

Il nocciolo della questione, a suo avviso, è uno e chiaro: se Alpha Tauri corresse solo con le proprie gambe e così se la giocasse ottenendo magari qualche sorriso in pista problemi non ne nascerebbero. Più imbarazzante e complicata sarebbe invece la situazione qualora il team che ha quali piloti Yuki Tsunoda e Daniel Ricciardo vincesse con la “spinta” di qualche aiuto tecnologico della Red Bull.

Le cose, fa intendere Minardi, rispetto ai suoi tempi hanno avuto una sorta di rivoluzione copernicana. A cominciare dai dipendenti a libro paga. “Se io come Minardi ho avuto circa cento dipendenti – spiega- l’Alpha Tauri, a oggi, ne ha più di cinquecento, ci muoviamo quindi su due livelli ben diversi. Credo che la strategia della Red Bull sia di sfruttare nel modo migliore la sinergia dei due team, ma credo altrettanto che su questa collaborazione la Fia sarà molto vigile, e lo saranno anche gli altri team”.

Che, non è mistero, non vedono affatto di buon occhio questa sorta di rischio di due contro uno. “Se Alpha Tauri dovesse arrivare all’ottavo posto come adesso – spiega Minardi – problemi non se ne porrebbero, se però arrivasse al quinto come potrebbe benissimo ambire di arrivare, allora potrebbero crearsi dei problemi, così come se Alpha Tauri , invece di farcela con le sue sole forze, avesse un apporto consistente dalla Red Bull”.

MInardi, del resto, nell’Alpha Tauri crede ciecamente e afferma che “le potenzialità per disputare un buon mondiale non le mancano”. E lo pensa a maggior ragione da quando Laurent Mekies, ex direttore sportivo della Ferrari, si è aggregato alla squadra in qualità di team principal.

Sia come sia, l’Alpha Tauri ha già dimostrato, soprattutto con Tsunoda, di potersela giocare quando la tecnologia non le mette i bastoni tra le ruote. E non è un caso che il rombante nipponico fosse finito già nel mirino della Red Bull. Ma lui, che in Romagna ha persino contribuito a spalare il fango quando vi fu l’alluvione suscitando l’ampia gratitudine e ammirazione di popolazione e circus, a Faenza ci sta benone. Ed è molto stimato, a ragion veduta.

Dunque, almeno a quanto Minardi profetizza, Alpha Tauri a Faenza è e a Faenza resta. La storia continua. E sull’italico suol.

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