L’ultima stagione delle formule giovanili ha sancito un’ apertura del ventaglio delle nazioni che aspirano a raggiungere il traguardo della F1:

 

giovani dalla Nuova Zelanda, dall’India, dal Giappone, dalla Cina si sono fatti segnalare per i propri risultati in pista. Tuttavia, c’è un angolo di mondo che sta sfornando grandi talenti ad un ritmo impressionante: il nord Europa.

Il fatto ancora più interessante è che questi giovani talenti non provengono dalle nazioni solitamente associate alla F1: la Finlandia, patria di campioni del calibro di Keke Rosberg, Hakkinen, Raikkonen, Bottas; o la Svezia, patria del leggendario Ronnie Peterson o più recentemente di Marcus Ericsson. Questa nuova generazione di piloti ruota intorno a tre paesi con poca o nessuna storia in F1: l’Estonia, la Danimarca e la Norvegia.

Partiamo con ordine: l’Estonia non è geograficamente un paese nordico, ma culturalmente è molto più vicina alla Finlandia (con la quale condivide lo stesso inno nazionale) piuttosto che alle sorelle baltiche. Questo piccolo paese è riuscito a mettersi sulla mappa del mondo dell’automobilismo nel 2019, grazie alla vittoria di Tanak nel mondiale rally e alle prestazioni dei suoi giovani fenomeni nelle formule cadette.

Juri Vips, classe 2000, è da tempo sotto i riflettori. Arruolato da Helmut Marko nello Young Driver Programme di Red Bull nel 2018, è stato campione di ADAC F4 nel 2017 e poi 4^ nel 2018 e nel 2019 in F3, oltre ad aver ottenuto un 2^ posto a Macao sempre nel 2019 (in un weekend peraltro da lui dominato). I recenti risultati di Vips possono sembrare deludenti, ma è importante notare che in F3 non ha mai corso con il team dominante, la Prema, e ciononostante è sempre rimasto un forte candidato per il titolo. Dopo aver temuto di essere accantonato da Red Bull, è stato confermato da Helmut Marko per il 2020, ma purtroppo non gareggerà in Formula 2: nel futuro prossimo di Vips ci sarà la Super Formula con il team Mugen, che l’estone ha provato nei rookie test del 4-5 dicembre 2019 e che è stata trampolino di lancio anche per Gasly nel 2017. L’obiettivo sarà ottenere i punti necessari sulla superlicenza per poter gareggiare in F1 con Alpha Tauri già dal 2021: per farlo, dovrà anche battere la concorrenza dei compagni del Junior Team di Red Bull Tsunoda, Daruvala e Sette Camara.

Il secondo talento da monitorare è Paul Aron. Fratello minore di Ralf Aron, ex campione di F4 con Prema, Paul è indubbiamente il più veloce dei due fratelli. Nato nel 2004, ha fatto il suo debutto nelle monoposto in questa stagione correndo come il fratello (che ora segue la carriera di Paul) per Prema in F4 italiana, in cui ha concluso la stagione 3^ ottenendo 2 vittorie e vincendo il titolo di rookie champion, mentre a livello karting ha ottenuto grandissimi successi nelle competizioni internazionali, tra cui 3 titoli solo nel 2018 . La precocità e la velocità di Aron lo hanno portato ad entrare a far parte del programma giovani della Mercedes, rendendolo di fatto il diretto successore di Russell, Ocon e Wehrlein. Se consideriamo che fin qui ogni singolo pilota del Mercedes Young Driver Programme è arrivato a correre in F1, Aron pare avere tutto ciò che serve per essere protagonista a livelli altissimi in futuro. Il 2020 vedrà il classe 2004 competere verosimilmente per il titolo in Formula Renault Eurocup con il team ART GP, titolo che certificherebbe il salto di qualità definitivo per il giovanissimo estone visto l’altissimo livello degli avversari.

Passiamo alla Danimarca: dei tre paesi citati è certamente quello con più storia sia in F1 che nel motorsport in generale. Se nel mondo dell’ Endurance Tom Kristensen, 9 volte vincitore della 24 ore di Le Mans, è una vera e propria leggenda, altrettanto non si può dire dei piloti che hanno corso in F1: da Kiesa a Belso, da Jan a Kevin Magnussen, i danesi non hanno lasciato tracce indimenticabili nella categoria regina. Sulla scia dei discreti risultati di Kevin Magnussen, tuttavia, è nata una generazione di piloti promettente e pronta a lasciare il segno in F1.

La stella più brillante è senza dubbio quella di Christian Lundgaard. Classe 2001 e giovane pilota della Renault, è figlio del campione del mondo rally nel 2000 Henrik Lundgaard. Che abbia la velocità nel sangue, lo si nota sin dagli esordi nelle monoposto: campione nel 2017 di SMP F4 e della F4 spagnola, 2^ nel 2018 in Formula Renault Eurocup, 6^ in F3 e 4^ nella World Cup di Macao nel 2019, il tutto sempre da rookie. Per Lundgaard vale lo stesso ragionamento fatto per Vips: bisogna tener conto che nella apparentemente deludente stagione 2019 c’è stato un dominio del team Prema, che agli avversari ha lasciato soltanto le briciole, e nonostante ciò il danese ha ottenuto una (due se contiamo quella toltagli in Spagna) vittoria in Gara 1 con una ART in difficoltà, strapazzando i compagni di squadra nel confronto diretto. Il prossimo passo sarà per lui la F2, in cui ha già esordito con il team Trident nel 2019 ad Abu Dhabi prima di ottenere un sedile per la stagione 2020 con ART GP, il suo vecchio team di F3, di fianco al pilota Ferrari Marcus Armstrong. All’interno del programma giovani della Renault, Lundgaard viene ritenuto talmente veloce da essere in lizza come possibile sostituto di Daniel Ricciardo nel 2021: prima però dovrà impressionare in una Formula 2 2020 che si preannuncia ipercompetitiva.

Facendo un salto indietro in F3, anche il 2020 potrebbe annoverare un giovane danese tra gli assoluti protagonisti della categoria: Frederik Vesti, classe 2002, è campione uscente di Formula Regional con il team Prema, campionato che Vesti ha vinto con più di 130 punti di vantaggio sul più quotato compagno di squadra Enzo Fittipaldi, conquistando 13 vittorie su 24 gare, tra le quali va segnalato il clamoroso trionfo in Ungheria arrivato dopo la rottura della sospensione anteriore destra durante l’ultimo giro. Al contrario di Lundgaard, Vesti è fiorito solo in questa stagione, dopo due anni di risultati non eccellenti in F4 danese, italiana e tedesca, e ha debuttato sulla F3 a Macao, dimostrando buona velocità nonostante un deludente 10° posto in gara. Nel 2020, Vesti competerà per il titolo di F3 continuando l’avventura con Prema e magari cercando l’appoggio di una delle academy dei team di F1.

Questo viaggio nel freddo nord Europa si conclude e raggiunge il suo apice in Norvegia.

Il catalogo dei piloti di questo paese si limita ad alcuni nomi importanti del mondo del rally come Petter Solberg, mentre in F1 è praticamente inesistente. Tuttavia, sembra solo questione di tempo prima che Dennis Hauger diventi il primo pilota norvegese nella storia della F1. Nato nel 2003, come Vips è parte del vivaio Red Bull, ma i suoi risultati lo pongono immediatamente come un serio candidato al titolo di “nuovo Verstappen”. Dopo una stellare carriera nel karting, al primo anno nelle monoposto, il 2018, ha conquistato il 4^ posto nella F4 britannica, seguito nel 2019 dal titolo di campione in F4 italiana, stradominando un campionato molto competitivo, e il 2^ posto in ADAC F4, 7 punti dietro ad un altro grande talento, Théo Pourchaire (annunciato come pilota ART nella F3 2020), che gli ha negato un clamoroso e storico double nei due più prestigiosi campionati di F4. La crescita esponenziale di Hauger lo colloca in prima linea per un eventuale sedile in F1 una volta compiuti i 18 anni ed ottenuti i 40 punti necessari sulla superlicenza, magari già dal 2022. La certezza è che Red Bull non si farà sfuggire l’occasione di inserire il prima possibile in Alpha Tauri questo giovane norvegese, la cui carriera è in rampa di lancio. Per la prossima stagione, come già confermato da Helmut Marko, Hauger gareggerà in F3 con Hitech GP, andando ad arricchire ulteriormente una griglia già piena di talenti nonostante la promozione in F2 di numerosi dei suoi protagonisti. Già da questa prima stagione in F3, il norvegese dovrà dimostrare di essere degno del titolo di “nuovo Verstappen”.

La strada per divenire un giorno protagonisti in F1 sarà ancora lunga e tortuosa, ma il futuro di questi giovani è più promettente che mai: saranno tantissimi gli addetti ai lavori che li terranno d’occhio, desiderosi di scoprire un potenziale futuro campione di Formula 1.

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