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Formula 1 – L’ex ingegnere di pista della Ferrari, protagonista dell’era Schumacher, ha sottolineato come il problema principale non sia tanto il singolo componente tecnico, quanto la comprensione globale della vettura. “La macchina va capita fino in fondo — ha spiegato Mazzola — perché puoi avere il miglior simulatore o le migliori risorse, ma se non sai interpretare i dati non riesci a trasformarli in prestazione”.
Mazzola evidenzia come in diverse occasioni la SF-25 abbia mostrato un potenziale interessante, salvo poi perdersi in scelte di setup e strategie non sempre coerenti. “È una questione di coerenza nel metodo: capire dove si guadagna e dove si perde è la chiave. In Ferrari si è ancora troppo reattivi, poco proattivi”.
La differenza con Red Bull e McLaren
Durante l’intervista, l’ingegnere ha tracciato un paragone diretto con le principali rivali. “Red Bull ha costruito un ecosistema tecnico stabile, dove ogni reparto parla lo stesso linguaggio. McLaren ha trovato una direzione chiara grazie a un metodo condiviso. Ferrari, invece, tende a cercare la soluzione immediata, senza consolidare la base”.
Mazzola sottolinea come non si tratti solo di risorse economiche o capacità ingegneristiche, ma di cultura organizzativa. “L’efficienza non nasce dalla paura di sbagliare, ma dalla capacità di analizzare l’errore senza giudizio. È quello che manca a Maranello: una mentalità più ingegneristica e meno emotiva.”

Verso il 2026: la grande occasione per ripartire
Guardando al futuro, Mazzola individua nelle nuove regole 2026 un’opportunità per azzerare il gap. “Chi saprà interpretare meglio le sinergie tra aerodinamica e power unit ibrida potrà fare la differenza. Ferrari ha tutto per riuscirci, ma deve cambiare il modo in cui lavora al progetto.”
Secondo l’ingegnere, le potenzialità ci sono, ma serve un cambio di paradigma: “Il talento a Maranello non manca. Serve però una leadership che favorisca la crescita tecnica e la comunicazione interna. Solo così la Ferrari potrà tornare a dettare legge”.
Analisi finale:
L’intervista con Luigi Mazzola non è solo una critica, ma un richiamo costruttivo a una Ferrari che deve ritrovare identità e metodo. Il messaggio è chiaro: la SF-25 può ancora evolversi, ma la vittoria passerà da un cambiamento più profondo, fatto di cultura tecnica, collaborazione e visione strategica.
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