Alla fine ci siamo arrivati; è stata un’attesa lunga e sofferta soprattutto dopo la delusione arrivata alla fine dell’estate; oggi è stata presentata la SF71-H la nuova monoposto che sfiderà il dominio della Mercedes anche quest’anno. Tanta l’emozione dei tifosi alla presentazione mentre dai volti e dalla voce dei responsabili Ferrari traspariva una sorta di tranquillità quasi disarmante, non dobbiamo però confonderla con la stessa espressione che possiede chi sa di essere superiore, era qualcosa di profondamente diverso; è quella sensazione che si prova dopo un lavoro faticoso, stressante e che toglie ogni energia; si chiama consapevolezza di aver fatto il massimo che si poteva fare. Ecco com’erano i volti di tutti gli addetti della Scuderia oggi, sereni. Tutti sono coscienti di avere di fronte un altro lungo anno di battaglie, di lavoro e di sacrifici ma la consapevolezza di aver fatto il proprio dovere, e forse anche di più, si poteva leggere nei loro volti. Sarà una stagione difficile ovviamente, gli avversari sono forti ed hanno dominato per 4 anni senza rivali è giunto quindi il momento di mettere in campo non solo lo spirito agonistico ma anche il genio e la nuova SF71-H appare costruita proprio per questo.

La vettura, per la prima volta, appare così rossa da assomigliare al pianeta Marte quando risplende il tutto il suo fulgore, pochi sponsor e dei dettagli che sono il frutto di una ricerca spasmodica dell’efficienza aerodinamica. La monoposto è curata in ogni particolare ed alcune soluzioni sono veramente geniali tra l’altro alcune del 2017 copiate da molti avversari; insomma la Ferrari torna a fare scuola finalmente soprattutto nella zona centrale della vettura ed erano anni che questo non accadeva, se poi spostiamo gli occhi sui volumi notiamo la notevole ‘cura dimagrante’ di cui è stata oggetto ed abbiamo la prova che è forse la più estrema tra tutte le F1 fin qui presentate.

Mattia Binotto si è presentato come fa sempre, quasi schivo davanti alle telecamere ma è evidente quanto sia riuscito nel suo compito, indirizzare, coordinare e dirigere un reparto che è stato spesso sotto la lente d’ingrandimento delle critiche in questi ultimi anni e il nuovo ‘asse orizzontale’ voluto da Marchionne sembra dare i suoi frutti in un reparto che sembrava allo sbando dopo essere stato in mano a dei personaggi che si ritenevano dei geni (incompresi?!) e non aspettavano altro che arrivasse l’ora del tè.

Adesso inizia un nuovo ciclo, archiviato l’inverno ed i tanti mesi di lavoro, di prove al banco, di affinamenti alla galleria del vento e di letture notturne del regolamento; c’è da presentarsi in pista più aggressivi che mai, attaccare, studiare gli avversari e combatterli ma senza mai perdere la lucidità, perché per vincere un campionato del mondo è necessario essere sempre ‘sul pezzo’ con intelligenza. Ci saranno i soliti tranelli, le solite partenze, le solite coalizioni, bisogna tener duro e metterci tutta l’esperienza e l’intelligenza che si possiede affinché il sogno possa avverarsi…

Marco Asfalto

 

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