Parlare di Ferrari è sempre molto complicato, si corre il rischio di urtare la sensibilità dei tifosi, pro o contro che siano non importa.

È un team che solleva sempre forti scambi di opinione tra tifoserie.
Il mio punto di vista è differente. Io mi sono appassionato allo sport in generale e difficilmente sventolo bandiere come atto di fede. Giusto Lauda quando rientrò in McLaren e qualche figlio d’arte, per i quali ho sempre un occhio di riguardo. Questa mia caratteristica mi porta a vivere serenamente il lavoro, da oltre 20 anni, di direttore di gara Restare imparziale sia quando corre un amico sia quando c’è uno che ti sta sulle b…e è una “dote” necessaria. La stessa che mi fa vedere “senza tifo” le gare di F1, moto Gp e…

Ferrari (Enzo) era un uomo dal carattere particolare. La mia amica Armanda, di Maranello, lo descriveva come una persona per bene, sempre pronta al buongiorno ma anche inflessibile e rigida su molte cose. Una di queste era la sua scuderia che veniva prima di qualsiasi altra cosa. Aveva la capacità di mettere in conflitto tra loro i tecnici per ottenere risultati e il meglio delle idee che questi potevano immaginare.

Non va il telaio? Si recupera di cavalli motore!

Non va il motore, si recupera di telaio!

Semplice vero? Se si ha un vertice forte, grintoso e capace si.
Ho in mente un’intervista all’Ing. Materazzi, creatore di F40, in cui affermava che quella macchina funzionava bene perché era stata concepita e coordinata da una sola persona e dal suo staff messo nella necessità di fare meglio. Meno peso, più cavalli, miglior distribuzione, migliori materiali, ricerca… Nel racing possiamo osservare situazioni simili con Forghieri che coordinava il lavoro in scuderia negli anni d’oro di Lauda, Postelethwaite risollevò il marchio nei primi anni ’80 dopo la figuraccia rimediata da campioni in carica. Brawn è l’uomo dei titoli targati Schumacher (2+5), Barnard con Mc Laren doppiava il 3° classificato e Newey è stato l’artefice delle imprendibili Williams e Red Bull.

Innovazione, coraggio ma soprattutto gestione del progetto.

Oggi, complici gli assetti societari, i regolamenti, le limitazioni sulle prove sembra che non si capisca chi gestisca cosa e come. Almeno a noi non risulta chiara. Sappiamo che in passato sono stati fatti fuori tecnici che approdando in altre squadre sono diventati vincenti e innovativi, ma che in scuderia non trovavano spazio.

Una certa rigidità storica nell’innovare è sempre stata una caratteristica di Marannello. Raramente li abbiamo visti osare, però oggi, io non me la sento di criticare il team.

Leggo i commenti da bar e quelli di colleghi che una volta attaccano Binotto, una volta il progetto, una volta le gomme, i piloti… come se il solo fatto di essere uomini Ferrari li debba rendere perfetti e superiori agli altri. La F1 è uno scontro di tecnologie talmente avanzate e talmente esasperate che la differenza tra team è dettata da piccole cose, magari insignificanti.

Uno vince, gli altri seguono, ma non per questo devono essere considerati capaci solo di disegnare apriscatole o motori a molla.

Oggi il team, visto da fuori, anche grazie a dichiarazioni “originali” di Binotto sembra allo sbando… invece?
Proviamo a pensarci e rifletterci. Abbiamo un motorista da incolpare? Abbiamo un telaista da incolpare? No. Abbiamo un ragazzo con i capelli ricci e gli occhiali dalla montatura vistosa che si prende tutte le responsabilità, gli insulti e le parole di tifosi e giornalisti, permettendo al team di crescere e migliorarsi senza inutili stress che arrivano da fuori.
C’è stato un tecnico da mettere in croce dopo monaco o dopo lo scioglimento delle gomme in Francia? NO. Fronte comune, professionalità senza capri espiatori, ma lavoro di squadra e risoluzione dei problemi.

Detto questo… il progresso della vettura in pista sembra evidente, segno che nei limiti del budget cup (non dimentichiamo che non possono spendere senza ritegno come negli anni di Brawn e Todt) la squadra sta lavorando bene. Ovviamente non si può pretendere che gli altri stiano alla finestra a guardare cosa fanno gli uomini in rosso.

Quanto visto recentemente dimostra che c’è stato un lavoro finalizzato a risolvere non ad accusare e trovare colpevoli. Magari hanno avuto più vantaggio di altri con il cambio di gomme, magari hanno solo trovato un setting particolare, magari… sta di fatto che ultimamente la macchina è meno lontana dagli avversari e se continuano su questo passo entro fine anno i tifosi rossi, forse, potranno tornare ad esultare.

Andrea Brianza

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