Il campione del mondo e alcuni colleghi hanno criticato la proposta dell’introduzione di un tetto salariale per i piloti di F1.

Negli ultimi anni, la F1 ha messo in atto numerose riforme per tagliare le spese folli delle scuderie e rendere la categoria regina più sostenibile. La più importante e discussa è stata senza dubbio l’introduzione di un vero e proprio regolamento finanziario, che impone ai team un limite di budget oltre il quale è vietato spendere. Nel budget cap, tuttavia, non rientrano alcune spese particolarmente onerose per le scuderie, come quelle legate alle Power Unit e allo stipendio dei piloti. Se per quanto riguarda i propulsori dal 2026 dovrebbe essere introdotto un tetto di spesa ben definito, molto più spinosa è la questione della possibile introduzione del salary cap per i protagonisti del circus. Sarebbe giusto limitare i guadagni di sportivi che rischiano costantemente la propria incolumità e che hanno investito milioni di Euro per raggiungere la categoria regina?

F1 Fp2 Barcellona RedBull

L’opinione dei piloti è facile da intuire, e nella conferenza stampa del GP dell’Azerbaigian alcuni di loro hanno espresso ragioni molto convincenti, non legate al solo aspetto economico, sul perché introdurre il salary cap rappresenterebbe un’ingiustizia. Queste le parole del campione del mondo Max Verstappen: “E’ una questione ancora molto nebulosa, nessuno sa come finirà. Dal mio punto di vista, sarebbe completamente sbagliato, perché la F1 sta crescendo in termini di popolarità e tutti, team e FOM compresi, si stanno arricchendo. Che senso avrebbe limitare i guadagni dei piloti, che attraverso le proprie azioni sono il fulcro dello spettacolo ma, allo stesso tempo, rischiano la propria vita? Per se sarebbe un errore”.

“Nelle varie categorie propedeutiche…” – prosegue l’olandese“…moltissimi ragazzi hanno uno sponsor o un mecenate, il quale richiederà una percentuale del guadagno del pilota una volta che quest’ultimo diventerà un professionista. Il salary cap limiterebbe moltissimo la possibilità di trovare dei sostegni economici, perché gli sponsor non potrebbero ottenere un ritorno sui loro investimenti, e ciò sarebbe un colpo durissimo per tutte le categorie propedeutiche. Penso che nessuno voglia questo”.

McLaren

Lando Norris, intervenuto dopo Verstappen, è sulla stessa linea dell’olandese: “Max ha spiegato molto bene la situazione, ciò che ha detto è corretto. E’ già difficile di per sé raggiungere la F1, se poi gli sponsor non hanno la possibilità di avere un ritorno sui propri investimenti perché gli stipendi dei piloti sono limitati, allora diventa quasi impossibile. E, in questo modo, crollerebbe l’interesse a investire sui giovani piloti. Questo è uno dei temi principali”.

Pochi giorni fa anche Fernando Alonso, citato da Motorsport.com, si era espresso contro la proposta di un tetto salariale per i piloti: “Non ce n’è bisogno. I piloti sono sempre stati esclusi da questi discorsi. Penso che oggi la F1 ci stia utilizzando sempre di più per promuovere la sua immagine: facciamo sempre più eventi e siamo sempre più in contatto con gli appassionati. Ci chiedono sempre di più e ne traggono beneficio, quindi noi non dovremmo avere limiti di stipendio. E’ una questione molto complessa”.

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